Correva l'anno 1518. Il duca Carlo III di Savoia approva lo Statuto della Festa dei Giovani di Cavaglià. Ad occuparsene "una società od abbazia de giovani". E a capo del gruppo "era un così detto abate", oggi detto priore. Arrivati nel 2017, la Festa è viva e continua a stupire non solo il paese ma anche chi, nel corso di una serata estiva, decide di trascorrere alcune ore in compagnia di amici tra cibo, bevande e musica. Dall'11 al 21 agosto sarà nuovamente tempo di festeggiare, per la 499.a volta, con un priore inedito come da tradizione. Toccherà ad Amedeo Ferragatta, 29enne residente a Cavaglià, prendere le redini della festa e traghettarla verso l'ambito traguardo delle 500 candeline.
Lui, agricoltore a Viverone, ha fatto una scelta ben precisa. Cioè quella di partecipare alle attività e di farlo in grande stile. "La festa ha radici antiche - spiega a Newsbiella - abbiamo cercato di conservare la tradizione con ricevimenti e cerimonie ma, allo stesso tempo, di adattare la celebrazione ai nostri tempi con orchestre e band che si alterneranno sul palco per tutto il periodo oltre alla presenza dello stand gastronomico che offrirà ogni sera specialità alla griglia e serate a tema".
Amedeo vive a Cavaglià: "Sono dieci anni che partecipo, ho iniziato come volontario semplice servendo ai tavoli e ora ci tengo molto alla riuscita. Il mio compito è di supervisionare il lavoro, che parte già da ottobre dell'anno precedente, fino a contattare chi verrà a suonare, seguire la burocrazia e aiutare tutto il contesto". Il comitato è composto da una trentina di ragazzi più altri trenta collaboratori e venticinque persone che si alternano tra il pomeriggio e la sera per preparare e cucinare.
Tante cose da fare che però non preoccupano il priore: "Ho deciso di farlo perchè mi piace l'atmosfera della festa, viene tanta gente da fuori, anche dal Vercellese, che ci consente di far conoscere il paese e ciò che facciamo con passione. Inoltre si può imparare a gestire un'attività così imponente. Chissà che non serva anche per il futuro".
La storia della Festa dei Giovani lo ha sempre affascinato: "In particolare quando c’è stata la mostra storica in cui si è ritrovata la prima delibera del 1518, quella originale dei Regi Archivi di Torino. Poi ho notato anche gli ex priori degli anni sessanta o settanta che rimangono affezionati e continuano ad aiutarci". Per il 2017 il lavoro procede spedito. Alla fine di giugno sarà pronto il "Sonetto", cioè il libretto informativo con appuntamenti e orari. A luglio si distribuirà casa per casa. Poi l'atto finale previsto al Polivalente di via San Giovanni Bosco con giostre e un bar in piazza Palatucci.
Amedeo vede in Cavaglià qualcosa di positivo: "Rispetto ad altre realtà è un bel paese - afferma - siamo molto uniti anche grazie a questa festa. Perchè esserci? Si incontrano un sacco di ragazzi giovani e si fa festa in modo sano e tranquillo".