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EVENTI | 10 dicembre 2018, 15:02

Biella: "Una vita per i bambini dell’Africa, lettere di Maria Bonino"

Venerdì 14 dicembre la presentazione del libro, che riga dopo riga, ci fa conoscere Maria Bonino; attraverso le parole scritte alla famiglia e agli amici scopriamo i luoghi che amava e i pensieri più intimi.

Maria Bonino

Maria Bonino

Venerdì 14 dicembre alle ore 18 nella Sala Convegni  della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, in via Gramsci 14, la Fondazione Maria Bonino presenterà al pubblico il libro “Una vita per i bambini dell’Africa, lettere di Maria Bonino”. L’autrice Claudia Ghiraldello dialogherà con Paolo Bonino, presidente della Fondazione Maria Bonino e fratello di Maria Bonino.           

Il testo, una riga dopo l’altra, ci fa conoscere Maria Bonino, il suo amore per l’Africa e i bambini, il lavoro che l’ha portata lontano da Biella. “Per scrivere questo libro ho chiesto alla famiglia di Maria di poter leggere le sue lettere cartacee ed elettroniche”, spiega Claudia Ghiraldello autrice del libro “sono fogli di carta aerea compilati in calligrafia larga e rapida, e-mail quasi sempre sintetiche, caratteristica di chi ha molte cose da fare e più che alla forma bada alla sostanza. Documenti scritti alla mamma Gabriella, al papà Alberto, alla sorella Cristina, al fratello Paolo, agli amici. Raccontano di tante cose, della vita quotidiana pesante eppure, o forse proprio per questo, per Maria più galvanizzante”.  La Prefazione del libro è di Don Dante Carraro direttore Cuamm, l’Organizzazione per la tutela della salute delle popolazioni africane con la quale collaborava Maria Bonino. Ricorda gli incontri avvenuti in Italia e le ore drammatiche che seguirono la diagnosi del morbo di Marburg, la malattia che non risparmiò il medico biellese. Maria Bonino morì, insieme a molti suoi giovani pazienti, il 24 marzo 2005.              

Nella toccante testimonianza, Don Dante Carraro ricorda l’impegno che prese insieme a Paolo Bonino, fratello di Maria, per ottenere che tutte le dotazioni di sicurezza necessarie a trattare casi come quello di Maria, in caso di rimpatrio d’emergenza, rientrassero in un protocollo da adottare in casi simili. Queste misure si sono rivelate fondamentali per salvare la vita a un medico italiano contagiato in Sierra Leone dall’Ebola, la malattia che si diffuse rapidamente nell’Africa Occidentale tra il 2014 e il 2015.

comunicato stampa f.f.

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