Riceviamo e pubblichiamo:
"Si è tenuto in data 18 febbraio un incontro con gli enti gestori dell’accoglienza nel Biellese convocato dalle associazioni del Tavolo Migranti per riflettere insieme sulle nuove situazioni che si stanno delineando come effetti negativi della Legge 132/2018 su Sicurezza e Immigrazione. La riunione fa seguito al colloquio che il Tavolo Migranti ha avuto con la Prefettura e la Questura di Biella nelle settimane scorse per chiedere delucidazioni in merito ad alcune criticità. Tra queste, in primis il problema dell’iscrizione anagrafica dei richiedenti asilo, che sta avendo importanti conseguenze, come la difficoltà di accesso ai servizi sanitari, l’iscrizione ai centri per l’impiego, l’apertura di un conto in banca o l’iscrizione dei figli a scuola".
"Riteniamo infatti che non sussista alcuna ragione giustificatrice – sotto il profilo dell’art. 3 della Costituzione - di una diversità di trattamento nell’iscrizione anagrafica che colpisce una sola categoria di stranieri legalmente soggiornanti. Invitiamo quindi i sindaci e gli assessori comunali competenti ad emanare, nell’ambito delle loro competenze, tutti i provvedimenti possibili utili a consentire l’assoluta parità di diritti dei richiedenti asilo, nell’ambito della normativa vigente, e ad impartire istruzioni precise ai propri uffici circa il diritto del richiedente di accedere a tutti i servizi (pubblici e privati) erogabili sul territorio comunale, facendo applicare rigorosamente l’art. 5, co. 3 d.lgs 142/2015".
"Cuore dell’incontro è stato poi l’esame del nuovo schema di capitolato di gara per la fornitura dei servizi di prima accoglienza bandito dalla Prefettura di Biella nelle settimane scorse. L’aspetto preoccupante è il drastico taglio delle risorse a 18 euro al giorno che, eliminando tutti i servizi di integrazione, riduce di fatto l’accoglienza a una mera custodia dei richiedenti asilo. Non sarà più possibile fare gli accompagnamenti sanitari delle persone vulnerabili o malate, non ci saranno lezioni di italiano e nessun percorso di integrazione lavorativa come corsi di formazione professionali o laboratori occupazionali. Ma soprattutto, e questo è il messaggio che gli enti gestori e le associazioni insieme vogliono lanciare alle istituzioni, il sistema di accoglienza proposto dal nuovo governo non rientra nei valori e nel quadro etico che ha sempre orientato il lavoro di rete svolto negli ultimi anni a Biella".
"Si può dire che dal 2011, anno di arrivo del primo gruppo di richiedenti asilo ospitati a Muzzano, si è costituito fin da subito un network tra operatori del terzo settore, amministrazioni e volontari che ha creato, per un territorio piccolo come il nostro, buone prassi e buoni modelli di accoglienza. Già solo la presenza di ben quattro progetti SPRAR nel Biellese, gestiti dai Comuni, è un indicatore di una sinergia efficace e del fatto che l’accoglienza, se ben gestita, è tutt’altra cosa rispetto agli scandali emersi altrove in Italia e può essere capace invece di generare valore e circolarità di risorse. Si pensi per esempio alla creazione di posti di lavoro, alla nascita di due associazioni per la partecipazione attiva dei migranti e all’azione di sensibilizzazione e coinvolgimento delle scuole. Il nuovo bando va invece a smantellare il sistema costruito in questi anni".
"Quel sistema era espressione di un modello di accoglienza ed inclusione dei migranti, in grado di fornire formazione, servizi e tutele che determinavano integrazione. La Legge 132/2018 su Sicurezza e Immigrazione, riducendo la qualità dei servizi forniti ai migranti, incentiva le economie di scala e di conseguenza le grandi strutture di accoglienza a scapito delle più piccole, le quali invece, per propria natura, favorivano processi di inclusione nel territorio. Nella sostanza, non offrendo nulla, restringe gli spazi di una accoglienza di qualità, segregando i migranti in una condizione di parcheggio al limite del respingimento".
"Questa situazione produce effetti negativi anche sul nostro territorio: si calcola la perdita di un centinaio di posti di lavoro, il mancato indotto per le comunità locali fatto di acquisti prevalentemente sul territorio, l’aumento di situazioni di irregolarità dovuta al non riconoscimento dei permessi umanitari, un aumento del costo dei servizi alle quali le persone accederanno senza accompagnamento degli operatori. Per questi motivi gli enti gestori presenti stanno valutando l’eventuale partecipazione o meno al nuovo bando e la richiesta di revisione completa dei criteri che come associazioni vogliamo sostenere. La riunione di lunedì ha costituito sicuramente una prima riflessione da cui avviare un percorso per definire una strategia alternativa di accoglienza, che dovrà far leva su risorse territoriali per far fronte ai nuovi problemi di ordine sociale (in primis le emergenze abitative) che si presenteranno paradossalmente come effetto della Legge che avrebbe dovuto garantire maggiore sicurezza".
IL TAVOLO MIGRANTI DI BIELLA: ACLI, ARCI, ARCI, TOMAS SANKARA, CARITAS, CRESCO, GRUPPI VOLONTARI VINCENZIANI, INCONTROMANO, LIBERA, MIGR'ACTION, MONDI SENZA FRONTIERE, TUNKA e VOCI DI DONNE