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CRONACA | 07 febbraio 2020, 18:14

Scandalo forno crematorio: respinta la richiesta di patteggiamento. Processo per i fratelli Ravetti

Processo fissato a maggio. Fuori dal tribunale di Biella i famigliari delle vittime. Anche il Comune di Biella si è costituito parte civile.

Scandalo forno crematorio: respinta la richiesta di patteggiamento. Processo per i fratelli Ravetti

 

Nessun patteggiamento e no del gup al rito abbreviato condizionato per Alessandro e Marco Ravetti. Si va quindi a processo dove i titolari della Socrebi, ditta che aveva in gestione il forno crematorio di Biella, compariranno il prossimo 22 maggio. Nella giornata di oggi, venerdì 7 febbraio, il giudice ha respinto la proposta della difesa che si basava su una pena concordata di 3 anni e 8 mesi. Anche il gup ha negato la richiesta di rito abbreviato, auspicato dai difensori. 

La giornata. E' il giorno del processo Ravetti. Davanti al tribunale di Biella il silenzio assordante di una ventina di famigliari delle vittime, cremate nel forno cittadino con un ritmo pari ad almeno il doppio dell'impianto, per poter mantenere i tempi. Si apre così nella mattinata di venerdì 7 febbraio l'udienza con rito abbreviato che vede sul banco degli imputati Alessandro e Marco Ravetti, titolari della Socrebi, società che aveva in gestione il forno crematorio di Biella. 

I Ravetti hanno chiesto il patteggiamento (circa 3 anni e mezzo) cosa che lo stesso procuratore Teresa Angela Camelio si è sempre dichiarata contraria. Poco prima delle 12 di oggi il giudice si è ritirato in camera di consiglio per decidere le richieste della parte civile. Poi toccherà all'accusa sostenuta dallo stesso procuratore Camelio. Nel pomeriggio sono attesi i verdetti. 

La novità del giorno riguarda le parti civili che hanno presentato la richiesta di costituzione per circa 50 parenti delle vittime cremate a Biella. Come ha spiegato uno dei legali del Codacons, l'avvocato Alessandra Guarini “abbiamo presentato richiesta solo per i casi di cremazione inseriti nel lasso temporale inquadrato dalla Procura contestati nel capo d’imputazione”.

Il giudice Ferretti si è ritirato per decidere. In udienza si è costituito parte civile anche il Comune di Biella con il professor Scaparone di Torino. Degli altri tredici casi inquadrati dal Procuratore tra le eventuali parti offese, si sono costituiti solo in due, entrambi familiari di vittime cremate a Biella che non hanno accettato, come le altre parti, le proposte di risarcimento avanzate dai legali degli imputati, Alessandro e Marco Ravetti. 

f.f.

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