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Music Cafè | 03 giugno 2013, 23:04

Top Ten, le migliori canzoni rock biellesi di sempre

Sprok, Indigesti, Odissea, Lobotomia, Latte Divelte, Invers, GeneRazionale, Uh!, Balabiut, Charming Rage

Sprok

Sprok

Prima di dare spazio alla Top Ten un’indicazione di massima: parliamo di canzoni, non di gruppi, non di musicisti, non di tecnica o produzioni. Solo e soltanto di canzoni. Quindi in classifica ci possono essere band che hanno dato tutto in un'unica splendida perla e ne possono mancare altre dalla fulgida carriera, ma senza una hit che ci faccia cadere in ginocchio e ringraziare il cielo. Se la pensate diversamente scriveteci e fatevi la vostra classifica, siamo pronti alle discussioni (un po’ meno a cambiare idea).  

1° Spazio Temporale SPROK

Grande melodia, chitarre aggressive e ritornello irresistibile. In sintesi power pop all’ennesima potenza. Date questa canzone in mano al produttore giusto e ne tirerà fuori una hit da alta classifica (forse perfino oggi). Non è andata così ma poco importa, gli Sprok erano comunque una macchina da singoli, che fanno breccia nel cuore con l’aiuto dei testi mai banali di Enrico Gariazzo. Questa è la loro (e la nostra) numero 1.

2° Silenzio Statico INDIGESTI

Ridurre gli Indigesti, la più grande hard core band italiana (di cui pochi ricordano l’origine biellese) al solo furore sarebbe uno sbaglio madornale. Dietro alla velocità e alla rabbia di questa perla ci sono l’interpretazione vocale unica di Rudy Medea e la sua poetica obliqua, che rende i testi meravigliosi diamanti grezzi.

3° Unione ODISSEA

Bisogna tornare al lontano 1973 per riscoprire gli Odissea, di cui Unione è stato il singolo di maggior impatto. Naturalmente parliamo di rock progressivo, di barocchismi e virtuosismi che il passare del tempo non ha certo reso  più accessibili. La vena melodica è però inequivocabile e la voce di Roberto Zola (da Mongrando) al suo meglio, potente e graffiante. Se lui fosse rimasto in formazione chissà fin dove sarebbero arrivati.

4° Fuck You Scuola LOBOTOMIA

L’inno generazionale che ogni studente (e pure qualche professore) si dovrebbe imparare a memoria  oggi e per sempre. I Lobotomia si sono lasciati dietro poche tracce (credo volutamente), questo però è un singolo talmente perfetto nella sua idiozia pop punk che è impossibile dimenticarlo. Un urlo liberatorio e sincero, unito alla totale inconsapevolezza dei propri mezzi.

5° Non tornerai LATTE DIVELTE

I più sottovalutati, specialisti nel farsi del male, tanto che al momento di incidere il primo e unico 45 giri questa canzone la lasciarono fuori. E invece il riff iniziale rubato agli Screaming Trees (che a loro volta scimmiottavano Dylan) e lo strano miscuglio di furia e controllata tristezza ne fanno un brano da culto. Un racconto di amori infranti e sentimenti calpestati come sempre sono le grandi ballate rock.

6° All’Italia INVERS

Dell’ultima generazione sono i più interessanti. Capaci di costruire perfette canzoni indie come questa, che ha un ritornello fantastico e perde appena qualche colpo per il moralismo un po’ stucchevole del testo.  Comunque tutto serve a far sì che le contaminazioni italiche rendano l’intreccio più originale. Un punto di merito alla vocalità del cantante.

7° Nella testa di mio padre GENERAZIONALE

Raffinato esempio di rock cantautorale i GeneRazionale in una scena povera come quella biellese di fine anni Novanta non avevano chance e in effetti sono scomparsi senza lasciare troppi echi, se non in canzoni come questa, che non sfigurerebbe nel repertorio degli Afterhours (anzi, sentite le ultime cose, potrebbe pure far loro comodo). Per apprezzarla a fondo bisogna ascoltarla più volte, perché il meglio è costruito nelle sfumature oltre che nel crescendo finale.

8° Un lago blu UH!

Discussioni feroci sull’inserimento in classifica di questa hit, sicuramente il brano rock biellese più venduto, ma che è stato parecchio maltrattato dal passar del tempo. A mettere fine alle discussioni ci ha pensato Ugo Roma, storico del rock locale, che me ha imposto presenza e posizione. In effetti si tratta di un tardo beat molto giocato sulle tastiere di Piscozzo e la bella voce del compianto Attilio Gili. All’epoca colonna sonora per amori e lacrime tardo adolescenziali.

( Per la cronaca metterla in classifica ha significato estromettere i Pagliaccio. Va bene così ha sancito Ugo e chi siamo noi per contraddirlo?)  

9° Balabiut BALABIUT

Con questa canzone vinsero Rock Targato Italia, ma non vuol dire granché. I Balabiut  erano un ensemble di ottimi musicisti, forse troppo poco “sporchi” e trasversali per riuscire a farsi strada nell’etno rock. E in effetti presero altre direzioni, in qualche caso con successo (vedi Gariazzo). Questo comunque è un pezzo molto gradevole, che si può pure ballare e che lanciò il piemontese, allora piuttosto di moda, nell’ambito del rock biellese.

10° Vecchia Bastarda CHARMING RAGE  

Brutti sporchi e cattivi. I Charming Rage erano così e per questo ci piacciono un casino. Soprattutto in questo anthem che ne riassume in salsa hardcore casereccio i problemi avuti con una vicina piuttosto in là con gli anni. Difficile, anzi, inutile dirne altro: mai incisa su disco, soltanto, molto male, su cassetta, chi l’ha sentita comunque se la ricorda e questo basta.

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