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CRONACA | 06 marzo 2016, 07:00

Rapina Mondialpol: I banditi sono tornati in libertà

L’indagine che li aveva portati in carcere era partita dal ritrovamento di un tiket autostradale. La Polizia rilevò le impronte e la prova resse in giudizio all’assalto delle difese

Rapina Mondialpol: I banditi sono tornati in libertà

Sono tornati tutti liberi i banditi che il 31 agosto del 2008 misero a segno il colpo da oltre 20 milioni euro alla Mondialpol, di Vigliano Biellese. La notizia ha fatto il giro dei media nazionali, anche perché i soldi sparirono nel nulla, forse reinvestiti in droga.

A tradire la banda, di cui facevano parte Giuseppina Liccardi, Salvatore Bartilomo, Alessandro Ciaramella, Salvatore Della Ratta, Arcangelo Simeone, Giovanni Pezzella, Luciano Romano, Giovanni Dimitri, Paolo Capodanno, Renzo Parpinel, Costantino Magrelli, Ciro Ricchetti e Giovanni Franzese,  fu un piccolo pezzo di carta, il tiket autostradale appallottolato e dimenticato sul furgone Fiat Scudo usato per la fuga, poi abbandonato in autostrada da Giuseppe Esposito. Da qui la Polizia Scientifica ricavò le impronte e prese avvio l’indagine che portò quattordici persone in carcere.

Pollice e indice sinistro repertati sul biglietto, erano riconducibili al 41enne napoletano con oltre sedici punti di congruità. Una prova che resistette agli attacchi delle difese. Le eccezioni sollevate, in fase di impugnazione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere, infatti, vennero ritenute di “nessun pregio” dal giudice.

Occorre ricordare che la giurisprudenza italiana ritiene che un’impronta papillare è giuridicamente utile alle comparazioni quanto possiede almeno 16/17 punti caratteristi, uguali per forma e posizione. Segue infatti quanto stabilì a tale proposito il matematico Victor Balthazard, secondo cui la possibilità che due persone possano avere le stesse impronte digitali è pari a zero. Questo seppure in altri Stati, e alla luce di nuove tecnologie, i punti bastanti potrebbero essere anche inferiori. 

Elena Giacchero

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