In vista dell'adunata nazionale, prevista nel mese di maggio ad Asti, il Consiglio di Biella si riunirà il primo giovedì di aprile. Nel frattempo, durante l'assemblea odierna, erano rappresentati tutti i gruppi della sezione cittadina. Una prima volta che ha fatto molto piacere al confermato presidente e a tutti i partecipanti.
Durante il suo discorso, Fulcheri ha presentato la relazione 2015, facendo il punto sulle varie attività e sui progetti futuri. In particolare il presidente si è soffermato sul Centro Studi, che serve a contribuire al recupero e al mantenimento dell'identità, per la conservazione della cultura alpina nei suoi vari aspetti: storia, tradizione, linguaggio, letteratura.
Importanti le sue parole sul 2016: "Anche quest’anno sarà ricco di importanti eventi, segno di vitalità e voglia di fare. Doveroso da parte del Presidente rammentare che è bene che siano tanti gli eventi, ma tanti dovrebbero essere anche i partecipanti agli stessi: tutti dovremo impegnarci maggiormente nel partecipare alle nostre varie manifestazioni, che sono cuore pulsante della vita associativa; so bene quanto sia pesante, da maggio a settembre in particolare, però il partecipare, oltre a ripagare l’impegno di chi organizza, guai considerarlo un fastidioso obbligo, dobbiamo invece considerarlo un dovere morale nel rispetto di chi ci ha preceduti, un’occasione di unione, scambio di idee e di un brindisi, che rafforza quell’atmosfera di conviviale affiatamento dei nostri incontri; facciamo in modo di risvegliare l’entusiasmo della partecipazione, magari senza stravolgere nulla, però modificando certi nostri immutabili programmi che rischiano di annoiare per la monotonia ripetitiva e di conseguenza non stimolano la partecipazione dei più".
Rispetto allo scorso anno, gli Alpini sono diminuiti di 15 unità, risultato causato da 66 Alpini in meno (68 gli andati avanti) e 51 aggregati in più. Calo pari allo 0,3%.
Infine un accorato appello: "Alpinità - ha detto Fulcheri - è partecipazione, impegno, collaborazione e passione da alimentare quotidianamente, dobbiamo imparare a sentirci in colpa se non facciamo nulla, non sentirci obbligati a fare qualcosa per la nostra Associazione solo per placare i rimorsi di coscienza. Non dimentichiamoci mai che lo spirito alpino, quello autentico, quello dei nostri Padri fondatori, dei nostri Reduci, dei tanti che vivono l’Associazione, è portatore di valori che nella società che ci circonda sono scomparsi: non disperdiamoli, utilizziamoli come energia, uniti in cordata, per raggiungere nuovi obiettivi".