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ATTUALITÀ | 07 maggio 2016, 09:00

Stefano Massini, l'elicotterista biellese che vola sul Mare del Nord FOTOGALLERY

Dall'ufficio legale di una banca al brevetto per diventare pilota. Ora il ragazzo di Vigliano Biellese è diventato vice comandante di elicotteri che trasportano lavoratori nelle piattaforme petrolifere. A Newsbiella racconta di test, pericoli e gestione dello stress: "Ho fatto tante ore di addestramento ma ne è valsa la pena: la nostra visuale è davvero un privilegio"

Stefano Massini, l'elicotterista biellese che vola sul Mare del Nord FOTOGALLERY

Da Biella alla Scozia: qui l'obiettivo è trasportare il personale che lavora sulle piattaforme petrolifere del Mare del Nord. Un lavoro certamente unico e, per certi versi, speciale. Stefano Massini, di Vigliano Biellese, ha 37 anni ed è entrato a far parte della compagnia canadese Chc, diventando un pilota di elicotteri. Un cambiamento resosi necessario dalla passione per il volo e dalla situazione lavorativa nel biellese.
È lui stesso a raccontarlo a Newsbiella, durante un periodo di riposo prima di tornare a volare sui cieli del Nord Europa: “Mi sono laureato in giurisprudenza a Siena nel 2003 e sono tornato a Biella per lavorare come praticante avvocato per quattro anni. Dopo ho lavorato un anno nell’ufficio legale di Banca Sella. Non ero molto soddisfatto così, nel 2008, ho iniziato il corso per diventare pilota. Nel frattempo, una volta conseguito il brevetto, sono partito per l’Australia dove ho convertito il mio brevetto svolgendo l’abilitazione con un mezzo di volo diverso da quello europeo. A Sidney ho fatto un po’ di tutto, prima lavorando come cameriere e poi entrando in una compagnia che si occupava di casinò on line. Il lavoro nel call center di questa azienda mi consentiva di guadagnare un po’ di soldi mentre continuavo a fare esperienza sugli elicotteri. Decido di rientrare in Italia nel 2012 e inizio un corso per volo strumentale. Dopo test piuttosto selettivi ho effettuato dei colloqui e delle prove nel marzo 2013 che mi hanno consentito di ricevere un’importante chiamata dall’azienda per cui lavoro ora. Così ho fatto un mese di corso in Norvegia e un altro periodo di “allenamento” in Florida nel 2014. Nel frattempo mi ero già trasferito ad Aberdeen, insieme alla mia ragazza cipriota, per cominciare l’attività”.
Stefano è alla guida di un Sikorsky S92 e carica un massimo di 19 passeggeri per viaggio, più i due piloti. Lui è il vice responsabile e ha numerosi compiti da svolgere: dai controlli incrociati con il comandante di volo, ai check delle tute di sopravvivenza, ai briefing tecnici fino alla gestione degli strumenti. Il suo contratto di lavoro prevede 14 giorni di impiego e altri 14 di riposo. “È fondamentale avere dei periodi di stop, possiamo volare per un massimo di otto ore giornaliere ma difficilmente le raggiungiamo”.
Ad oggi Stefano Massini ha collezionato già oltre 2000 ore di volo. A quota 2500 avrà i requisiti per diventare comandante. Per arrivarci servono tante ore di addestramento e l’utilizzo dei Full Flight Simulator e dell’HUET (Helicopter Underwater Escape Training), con sedute di lavoro massacranti ma necessarie. “Dobbiamo essere capaci di gestire l’elicottero in tutte le condizioni possibili – spiega – questa è la vera complessità più che il volo stesso. In quelle zone ad esempio, in particolare vicino alle Isole Shetland, c’è sempre forte vento quindi l’attenzione deve essere massima”.  
Ad Aberdeen ci sono numerosi ingegneri italiani al lavoro. Stefano si è subito adattato alla vita scozzese, così diversa da quella italiana: “Dove lavoro c’è più meritocrazia ma sono sicuro che un giorno tornerò a lavorare nel mio Paese anche perché vorrei fare il pilota di elisoccorso. Ho comunque la consapevolezza che servono ancora tante ore di volo per fare esperienza. Per questo motivo facciamo ogni anno ore di addestramento con simulatore a Oslo in cui abbiamo a che fare con tutte le emergenze che potrebbero crearsi. Certo è che abbiamo la libertà di decidere se fare un volo o meno, nessuno ci spinge a farlo, in particolare nei giorni in cui non ti senti bene o sei particolarmente stressato. L’importante – dice Stefano – è evitare l’errore umano e ridurre i rischi”.
A piacere è soprattutto il punto di vista: “In volo sei in una posizione davvero privilegiata, inoltre sono contento della professionalità che riusciamo ad ottenere con il tempo”.
Le esperienze negative possono sempre capitare: “Lo scorso novembre nevicava forte e dopo venti minuti di volo il comandante si è sentito male. Ho attivato la procedura di emergenza contattando via radio l’aeroporto e così siamo atterrati sulle Shetland. Poi il collega si è ripreso e siamo tornati ad Aberdeen con un volo messo a disposizione dalla compagnia”.
Purtroppo, proprio la scorsa settimana, è avvenuta una tragedia che ha coinvolto anche un italiano, vittima di un incidente in Norvegia costato la vita a 13 persone. Un elicottero è precipitato non lasciando scampo ai passeggeri: “Non conoscevo personalmente Michele – confida Stefano Massini - lui lavorava per CHC Norway e difficilmente noi piloti veniamo a contatto con quelli di altri Paesi. So che era un Comandante bravo e preparato. Ora è una tragedia al momento inspiegabile e si possono fare solo ipotesi poiché devono essere ancora raccolti, analizzati e confrontati tutti gli elementi chiave che hanno determinato quello che è successo. Al momento si può però escludere con ragionevole certezza l’errore umano dei piloti. Anche in questo caso dobbiamo aspettarci di imparare qualcosa, farne tesoro e conseguentemente ridurre ulteriormente le chance che un evento tragico si ripeta. Forse posso apparire cinico ma il livello di sicurezza che l’aviazione moderna ha raggiunto è anche grazie agli errori commessi in passato, oltre che allo sviluppo di nuove tecnologie.
Nella nostra azienda – conclude il pilota biellese - ed in genere nella nostra industria siamo tutti profondamente toccati da questo tragico evento e restiamo in attesa di conoscere con certezza cosa è capitato. Nonostante tutto io sono convinto di fare un lavoro i cui margini di rischio sono minimi e calcolati. Ad oggi sono molto più teso e preoccupato quando guido la macchina o la moto: ci sono troppe variabili fuori controllo che possono portare all’incidente”.

l.l.

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