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Animalerie | 22 agosto 2016, 09:01

Il mondo degli…..Asinelli (Parte 1)

Il mondo degli…..Asinelli (Parte 1)

L'asino (Equus asinus), chiamato anche somaro o ciuco, è un mammifero perissodattilo del genere degli equini. https://it.wikipedia.org/wiki/EquusSimile al cavallo, e addomesticato ormai da millenni, viene utilizzato dall'uomo principalmente come animale da lavoro e come mezzo di trasporto per cibo e merci, in particolare per carichi pesanti o traini. Dal latino asinus e dal greco ovos, ha incarnato nei secoli il simbolo della mancanza di conoscenza e intelligenza che, sovente, attribuiamo ai nostri consimili…

”A lavar la testa all’asino, si perde l’acqua e il sapone”…Cocciuto, ignorante, stolto… Dalla simbologia ambigua e contraddittoria, del nostro quadrupede si potrebbe dire tutto e il contrario di tutto.

Biologicamente l'asino è un animale che vive in regioni quasi “impossibili”, quelli selvatici, di cui restano pochissime razze in Asia e forse solo una o due nell'Africa Orientale, sopravvivono nelle caldissime e inospitali regioni della Duncalia, dell'Abissinia e della Somalia. Dagli asini africani deriverebbero le razze domestiche, i ciuchi armati di pazienza destinati a trasportare merci e individui, in mancanza del più “nobile” cavallo, in tempi antichi e, in vari paesi, viene ancora sfruttato quando manca un mezzo a motore. E’ sempre stato considerato con poca dignità ma utile quando c'è da lavorare; ignorante, testardo, umile queste le sue caratteristiche più “popolari”. Eppure non tutti i popoli lo hanno considerato tale, ad esempio per gli Ebrei ha rappresentato per lungo tempo l'unica cavalcatura tanto che rimane ancora oggi una cavalcatura economica e sicura per i paesi del Medio Oriente, mentre i piccoli asinelli sardi sono in grado tutt'oggi di inerpicarsi per gli erti monti dell'Isola rendendo indubbi servigi. Si accontenta di un magro pasto e rimane accanto all'uomo, incurante del fatto che quest'ultimo ne ha fatto il simbolo del non sapere.

L’asino nella cultura.

Gli asini sono famigerati per la loro ostinazione e testardaggine, anche se questa cattiva fama si deve ad una cattiva interpretazione, da parte di alcuni, degli istinti di conservazione di tale animale. È difficile forzare un asino a fare qualcosa che sia o gli sembri contrario ai propri interessi. L'asino è anche al centro di svariati miti dell'antichità classica: è la cavalcatura di Dioniso, uno dei più celebrati dei dell'Olimpo, e accompagna spesso Sileno

Molte piante hanno foglie che ricordano il profilo delle orecchie asinine da cui derivano i nomi popolari ("Orecchie d'asino" per Symphytum officinaleL. Boraginaceae) mentre persino un genere ha il nome scientifico che deriva da asino: Ononis L. della famiglia delle Fabaceae. Ma il genere più interessante è Diuris Sm. (1798), quello delle bellissime "orchidee asino" originarie di Australia, Tasmania e Timor.

Molti gli storici ponti a schiena d'asino come il celebre ponte ottomano del XVI secolo Stari Most ("il Vecchio Ponte") che attraversa il fiume Narenta a Mostar (Bosnia ed Erzegovina), patrimonio dell'umanità dell'UNESCO, e i rilievi con questo nome come il Monte Asino di Bazenina (BS) alto 2241 m s.l.m.

L'asino è peraltro considerato anche un simbolo di ottusità e ignoranza: il copricapo infamante con orecchie d'asino e l'appellativo di somaro spettano così allo studente pigro e svogliato o poco intelligente, e in tedesco una formula mnemonica ideata per ricordare facilmente e senza sforzo una lunga serie di nozioni è detta Eselbrücke ("ponte per gli asini").

L'asino è considerato, fin dall'antichità, un animale molto dotato e attivo sessualmente. Presso alcune culture, il membro asinino è quello lungo e grosso per antonomasia (in Sicilia, ad esempio, un uomo eccezionalmente dotato è detto "scicchìgnu", da "scìccu" cioè asino).

Leopardi parla dell’asino nella sua “Dissertazione sopra l'anima delle bestie” che non trovò mai editori per una pubblicazione critica della stessa.

Secondo i Vangeli è una specie prediletta da Dio, tanto che non può subire sortilegi né esser colpito dai fulmini (da qui la croce che porta disegnata sulla schiena in alcune rappresentazioni storiche).

Nell'Antico Testamento l'asino viene citato come esempio di bene prezioso: "Quando incontrerai il bue del tuo nemico o il suo asino dispersi, glieli dovrai ricondurre. Quando vedrai l'asino del tuo nemico accasciarsi sotto il carico, non abbandonarlo a sé stesso: mettiti con lui ad aiutarlo. Per sei giorni farai i tuoi lavori, ma nel settimo giorno farai riposo, perché possano goder quiete il tuo bue e il tuo asino e possano respirare i figli della tua schiava e il forestiero. Il primogenito dell'asino riscatterai con un altro capo di bestiame e, se non lo vorrai riscattare, gli spaccherai la nuca. Ogni primogenito dei tuoi figli lo dovrai riscattare. Nessuno venga davanti a me a mani vuote.”

L'antico rapporto dell'uomo con l'asino è ben rappresentato nella Bibbia e nella tradizione cristiana. L'asino è la cavalcatura che portò Maria e Giuseppe a Betlemme e che la leggenda vuole presente a fianco alla mangiatoia dove nacque Gesù. Personaggio centrale nel presepe scalda la capanna a fianco del bue ed è spesso rappresentato in ammirazione della santa famiglia.

L'Asino è l'animale, insieme al bue, presente nel Presepe e, Gesù stesso, non entra forse in Gerusalemme su un puledro d'asino?  (il figlio della scienza custodita: rivelazione).

Una cappella affrescata lo ritrae quando, nel 1213, disturbava San Francesco col suo ragliare, ma il santo, rivolgendosi all’asino gli parlò: “frate asino, sta in quiete” , e lo convinse ad ascoltare l’orazione che stava facendo ai Trevani (abitanti di Trevi).

Molto bella e dolce è la storia "Nestor, The Long-Eared Christmas Donkey" un'animazione in stop-motion del 1977 che racconta di un asino dalle orecchie troppo lunghe incaricato da Dio di condurre Maria e Giuseppe alla stalla di Betlemme dove nascerà Gesù.

Il linguaggio del corpo.

Gli asini comunicano attraverso il linguaggio del corpo: la mimica, la posizione della coda, i versi, i movimenti del corpo, delle zampe e delle orecchie (orecchie abbasssate all’indietro sono cattivo segno, alte e ritte sono segno di attenzione e curiosità.

POSTURA del SI’. Quando ha il collo rilassato, occhi all’altezza del garrese, orecchie perpendicolari al terreno e la coda rilassata, l’asino è pronto e compiacente.

POSTURA del COSA. Quando ha la testa sollevata, occhi al di sopra del garrese, orecchie dritte in avanti e la coda rilassata, l’asino è in attesa ed è curioso.

POSTURA del NO. Quando ha la testa estesa sul collo, peso spostato in avanti, occhi al di sotto del garrese, orecchie distese dietro il collo, schiacciate, zampe puntate, con la coda orizzontale al terreno, l’asino è sulla difensiva. E’ meglio stare attenti, potrebbe essere pericoloso.

POSTURA di AIUTO. Quando ha la testa estesa sul collo e peso spostato indietro, occhi al di sotto del garrese, orecchie dietro il collo, coda tra le gambe, l’asino ha paura. Non sa cosa potrà capitargli ed è bene tranquillizzarlo.

http://www.ilrifugiodegliasinelli.org/

Il Rifugio degli Asinelli ONLUS è una Fondazione senza scopo di lucro che si occupa del benessere di asini, muli e bardotti.

Siamo la base italiana di The Donkey Sanctuary, organizzazione no profit inglese che dal 1969 opera a difesa di questi animali. Il Rifugio è stato fondato nel 2006; la nostra sede, aperta al pubblico nell'agosto del 2009, si trova nel Nord del Piemonte, a Sala Biellese, in provincia di Biella.

Le bellissime foto dell’articolo e di quelli a seguire sono della fotografa e responsabile stampa del Rifugio degli Asinelli la sig.a Rachele Totaro. Tutti i diritti sono riservati a norma di legge e sono vietate la riproduzione e l’estrapolazione di parti senza la presenza di un’autorizzazione scritta.

Continua mercoledì 24 agosto...

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Maurizio Platone

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