"La maratona di New York? Un sogno realizzato grazie al mio titolare Giancarlo Fornenti". Stefano Velatta poche ore dopo il "finisher" della corsa più partecipata e emozionate al mondo ha raccontato a Newsbiella la bellissima esperienza a stelle e strisce. La classifica è ancora provvisoria ma parla di un arrivo intorno alla 100esima posizione per il 40enne biellese. Nella sua categoria 40/44 dovrebbe attestarsi vicino alla 12esima posizione. Insomma da applausi tenuto conto delle recenti massacranti competizioni portate a termine nelle ultra maratone.
"La gara secondo me è andata molto bene - racconta Velatta -. Dal punto di vista emotivo incredibile è stato il percorso che mi ha portato al villaggio di partenza: dall'albergo, passare il ponte di Verrazzano, le migliaia di bus che si muovono tutti scortati dalla polizia, alle decine di elicotteri che girano in cielo. In pochi isolati ci sono 70 mila persone, una cosa pazzesca. Il villaggio partenza è una vera città".
Soddisfatto Stefano Velatta della sua gara ma soprattutto della sua esperienza in una delle più incredibili maratone mondiali. "Il lato negativo, tranne per i top runner, è non avere la possibilità di una zona per il riscaldamento e trovarti così un'ora poi ad attendere un'ora al freddo. Questo vale per tutti e tutti ne pagano le conseguenze - prosegue il campione biellese -. Dalla tv non ci si rende l'idea ma i primi 1000 metri sono una vera scalata e in cima quando si sconfina hai già il cuore a palla. Inoltre tutti partono ad un'andata altissima che di conseguenza ti porta ad accelerare più del dovuto".
Sorride Stefano Velatta nel dire che dopo "2 chilometri la Maratona di New York ti presenta il conto". Infatti chi l'ha corsa sa benissimo che lungo tutto il percorso c'è pochissima pianura ma solo un continuo su e giù. "Bello avere la gente accalcata ai bordi che incita, scandisce il tuo nome. In certi tratti sembrava di essere allo stadio. Meraviglioso - racconta ancora -. Ho corso in 2h37' e penso che sia un ottimo tempo tenendo presente i miei ultimi carichi: 100 km delle Alpi e varie maratone, tra le altre quella di Pescara due settimane fa. In realtà mi aspettavo di andare oltre le 2h40' e per questo sono molto soddisfatto. Sono un essere umano e mi stanco anch'io. So di non averla preparata specificatamente ma se andiamo a vedere i miei rivali sulle ultramaratone, Hermann Achmuller e Giorgio Calcaterra, loro hanno fatto tempi intorno alle 2h42'. E questo la dice lunga sulla difficoltà di questa maratona".
Si sente, nonostante siano trascorse alcune ore dall'arrivo, nelle parole di Velatta la sua grandissima emozione e felicità di essere a New York, di aver corso questa maratona. "E' da provare, è un'emozione veramente unica, se non la corri non puoi capirla perché dalle immagini televisive non rende appieno l'idea - conclude il 40enne biellese -. A chi ama questo sport auguro di riuscire a partecipare almeno una volta nella vita. Adesso mi godo per due giorni la città, veramente fantastica e unica. Posso fare un ringraziamento? E' per il mio datore di lavoro della ditta Manuex, Giancarlo Formenti. Grazie a lui ho potuto realizzare il sogno di correre la maratona di New York".