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ATTUALITÀ | 05 marzo 2022, 06:50

Oleksandra: "Al fronte ho zii e un cugino, e mio papà e i miei fratelli hanno firmato le carte per essere arruolati", FOTO

Oleksandra ha 22 anni e da 15 vive a Cavaglià, ma ha ancora parenti in Ucraina: "Vorrei tornare per combattere contro i soldati russi ma mio padre vuole che resti qui"

La ragazza in alcuni scatti di vita normale prima dell'orrore della guerra

La ragazza in alcuni scatti di vita normale prima dell'orrore della guerra

La scorsa settimana è cominciato l’assalto da parte della Russia di Putin al popolo ucraino. Un conflitto che ha sconvolto il mondo intero, soprattutto quella parte di popolazione ucraina che ha lasciato il proprio Paese prima della crisi. È il caso di Oleksandra Yakovets, di 22 anni che vive a Cavaglià ormai da 15 anni.

“Sono nata in Ucraina, a Kelmentsi, al confine con la Moldavia – racconta la ragazza – . Sono rimasta nel mio Paese fino all’età di 7 anni, vivevo con mamma, papà, nonni e alcuni cugini. La zona dove vivevo era molto povera, noi eravamo tra le famiglie più benestanti perché avevamo un pozzo e per spostarci usavamo una moto. Mia mamma è venuta in Italia prima di me, i primi tempi per lei sono stati molto duri perché viveva per strada, poi è riuscita a trovare lavoro come badante e da quel momento la sua situazione è migliorata. Da quando lei se n’è andata io ho vissuto prima coi miei nonni, fino a quando non è morta mia nonna, e poi ho vissuto con mia zia e due mie cugine, sempre fino a quando non sono riuscita a venire anche io qui.”

Oleksandra fin da subito si è sentita a suo agio in Italia: “Mi sono sentita subito come se fossi ricca perché ovviamente il tenore di vita italiano è migliore di quello ucraino. Per esempio, da noi in molte aree anche solo avere una macchina è un lusso, qui invece è la normalità. Abbiamo cominciato a vivere a Cavaglià quando mia mamma ha conosciuto Massimo (l’attuale marito) e siamo andate a vivere da lui”.

La ragazza ha ancora molti parenti che vivono in Ucraina e che stanno vivendo in prima persona la guerra: “I parenti dalla parte di mia mamma sono tutt’ora nel paese in cui sono nata e cresciuta, quelli dalla parte del mio padre naturale sono in un altro paese. Per fortuna entrambi non sono ancora stati attaccati. Poi ho anche altri parenti sparsi per l’Ucraina con cui però non riesco a mettermi in contatto”.

Alcuni di loro sono stati chiamati a difendere il loro paese: “Al fronte ci sono un mio cugino e alcuni miei zii. Uno di loro, che ha perso la vista da un occhio durante la guerra in Afghanistan, è stato mandato a lavorare su una diga che ora è stata messa sotto bersaglio dai soldati russi. Se per caso dovesse crollare sarebbe un problema perché allagherebbe parte dell’Ucraina e della Moldavia. Oltre a loro c’è una delle cugine con cui ho vissuto prima di arrivare qui che è stata al fronte qualche anno fa e attualmente lavora all’ospedale di Kiev. Non la chiamano adesso perché da quelle parti sono pieni di lavoro – altri invece sono ancora in attesa – mio padre ha firmato i documenti per essere arruolato come volontario ma non è ancora stato chiamato, anche i miei due fratelli stanno aspettando”.

Oleksandra sta ricevendo quotidianamente notizie da parte dei suoi parenti riguardo le loro attuali condizioni: “La persona che sento di più è una delle cugine con cui ho vissuto poco prima di arrivare in Italia, mi dice che dalle sue parti sono molto preoccupati perché sono convinti che i soldati russi vogliano ucciderli tutti. Come ho già detto dalle loro parti i russi non hanno ancora bombardato ma un paio di giorni fa hanno dovuto dormire in cantina perché è scattato l’allarme antiaereo. Per controllare come stanno gli altri miei parenti uso molto i social”.

Facile immaginare la preoccupazione della ragazza: “Sono triste perché noi ucraini siamo molto nazionalisti e ci dispiace molto vedere il nostro Paese ridotto così. Ma ho molta fiducia nel mio popolo, è molto unito e sono sicura che ne usciremo”. Oleksandra sarebbe stata addirittura disposta a tornare subito nel proprio paese per combattere contro i soldati russi: “Ci ho seriamente pensato ma alla fine ho dovuto cedere alla forte contrapposizione di mio padre, comunque appena la situazione si sistemerà tornerò”.

Mirko Spezzano

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