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Benessere e Salute | 26 maggio 2023, 17:40

Riceve un cuore e dona il suo a una terza persona: incredibile intervento alle Molinette

Trapianto "domino" all'ospedale torinese. Protagonista un giovane paziente di 43 anni, affetto da una grave patologia polmonare

dono molinette

Riceve un cuore e dona il suo a una terza persona: incredibile intervento alle Molinette

Quando il trapianto diventa donazione. E’ accaduto a Torino alcuni giorni fa con un trapianto di cuore domino associato a un trapianto del blocco cuore-polmoni.Un giovane paziente di 43 anni, affetto da una grave patologia polmonare, è stato sottoposto ad un trapianto associato del cuore e dei due polmoni e il suo cuore espiantato, anziché essere scartato, è stato utilizzato per effettuare un trapianto di cuore in una seconda paziente affetta da una grave malattia cardiaca terminale. Dopo quasi trent’anni che non si effettuava in Italia, il trapianto di cuore domino si è nuovamente dimostrato una strategia “semplice” per risolvere un problema complesso. Un giovane uomo soffre di una grave disfunzione dei polmoni per la Sindrome di Young.

Il paziente di 43 anni è siciliano, ma decide di affidarsi alle cure del Centro Trapianti di cuore e polmone dell'ospedale Molinette della Città della Salute di Torino (diretto dal professor Mauro Rinaldi). Dalle analisi si scopre che il solo trapianto dei polmoni non è praticabile per una grave discrepanza di dimensioni del torace di sinistra rispetto a quello di destra. L’unica possibilità è di sostituire l’intero blocco cardio-polmonare. Ma il suo è un cuore giovane, non malato, e non può essere sprecato. I medici decidono quindi che può essere recuperato e trapiantato in un secondo paziente. Intanto il paziente sta male, viene ricoverato in ospedale più volte e a lungo, perché ha bisogno di ossigeno e ha infezioni ricorrenti. La famiglia si trasferisce a Torino, ma l’attesa è lunga e, dopo qualche mese, il paziente decide di ritornare a casa in Sicilia.

Scoppia l’epidemia Covid e lui si infetta, ma fortunatamente sopravvive. Intanto il tempo passa e i suoi polmoni sono sempre più malandati, finchè alla fine di dicembre 2022 viene ritrasferito alle Molinette.Poco prima di Capodanno sta molto male e viene ricoverato nella Terapia Intensiva della Cardiochirurgia, dove viene intubato e attaccato al ventilatore meccanico. La gravità della malattia consente ai medici di lanciare un appello nazionale per un trapianto urgente di cuore e polmoni. Trovare tre organi idonei non risulta facile, nonostante l’iscrizione alla lista nazionale delle urgenze. Fortunatamente, la sua funzione polmonare, seppur grave, si stabilizza. Alla fine di aprile ecco la speranza: il Centro Regionale Trapianti segnala, su indicazione del Centro Nazionale Trapianti, la disponibilità di un blocco cuore-polmoni di un donatore di Roma. Parte la corsa contro il tempo e l’organizzazione del complesso trapianto domino. Una équipe della Cardiochirurgia parte per il prelievo, il paziente viene trasferito in sala operatoria e viene chiamata in ospedale una donna di 51 anni, affetta da Displasia Aritmogena biventricolare, per ricevere il cuore che diversamente sarebbe stato sprecato.E’ un’organizzazione complessa. Tutto è pronto: i due riceventi (uno per il blocco cuore-polmone) e l’altra (per il cuore espiantato nella sala operatoria accanto) sono pronti a ricevere ad incastro il prezioso dono in arrivo a Torino.

L’intervento del blocco cuore-polmone è particolarmente complesso: i polmoni sono gravemente danneggiati, il torace è asimmetrico e poi non bisogna lesionare il cuore che la paziente nella sala operatoria a fianco sta aspettando. L’intervento, durato oltre dieci ore, riesce perfettamente: il cuore e i polmoni nuovi vengono impiantati e nell’altra sala operatoria il cuore espiantato viene impiantato nella seconda paziente.Attualmente i due pazienti stanno migliorando e il loro decorso appare regolare, facendo ben sperare che possano godere appieno di questo bellissimo “regalo”.

 Il Direttore Generale della Citta della Salute di Torino – Giovanni La Valle – si dichiara orgoglioso di questo intervento "che sintetizza bene l’alta complessità e l'eccellenza delle cure disponibili nell'ospedale Molinette". Sottolinea, inoltre, come il trapianto di cuore non possa realizzarsi che da donatore deceduto, se non in questa rarissima situazione, dove il donatore è vivente, caso veramente unico, che ha consentito una speranza di vita in un altro ricevente in attesa di trapianto.

Dalla redazione di Torino

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