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ATTUALITÀ | 23 novembre 2023, 06:50

“Vaffa a Biella” in tv, anche no: siamo positivi, guardiamo al bello...e ce n'è

La scelta del capoluogo laniero è stata fatta a caso, presumo, e i successivi peana in cui siamo brutti, sporchi e cattivi, non fanno altro che accentuare la nostra idiosincrasia di spararci negli zebedei come un Tafazzi qualsiasi.

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“Vaffa a Biella” in tv, anche no: siamo positivi, guardiamo al bello...e ce n'è

Spinto dall’effetto mediatico e dalla curiosità con cui una fiction di Prime Video citava il territorio biellese abbiamo visto questa serie curious/noir di cinque puntate: l’autore televisivo Carlo Monterossi, interpretato da un sornione e piacione Fabrizio Bentivoglio, attore molto bravo e in grado di reggere la scena con ironia e piglio garbato.

Ma questa piece, tratta dai libri di Robecchi, fatica a decollare con troppe deviazioni e una Carla Signoris, in un ruolo che non le appartiene. Tra le tante deviazioni ne troviamo una dedicata a un paio di killer, un po’ gigioni, che a pagamento di un lavoro, vengono liquidati con un trilocale in via Mazzini a Biella. La citazione di Biella compare tre o quattro volte: nelle prime tre viene dipinta come una sorta di Eldorado con un trilocale a Biella (a parte che via Mazzini in città non mi sembra un brutto posto per avere un appartamento, ma sono gusti personali) e nell’ultima la moglie di uno dei guitti si spazientisce e manda letteralmente a stendere il consorte con la chiusa “Vaffa... tu e Biella” probabilmente non pronta a una vita nelle periferie delle grandi città.

Ora in tutto ciò vedere un deprezzamento dell’immagine del territorio mi sembra un po’ eccessivo. Certo siamo in periferia, ma si poteva dire anche Vaffa tu e altre città. La scelta del capoluogo laniero è stata fatta a caso, presumo, e i successivi peana in cui siamo brutti, sporchi e cattivi, non fanno altro che accentuare la nostra idiosincrasia di spararci negli zebedei come un Tafazzi qualsiasi.

Se proprio dovevamo arrabbiarci per una fiction valeva la pena magari di essere critici con l’ex commissario Cattani che, nel secolo scorso, girò in provincia una serie in cui interpretava un cittadino che si arrabbiava per essere preso di mira dalla criminalità organizzata. Ecco quell’immagine li non era proprio la migliore per presentare la nostra realtà. Ma all’epoca lo spirito promozionale di fiction e di pubblicità prevalse.

Ancora una volta lanciamo un accorato appello per il nostro territorio: siamo positivi, guardiamo al bello (e c’è n'è), persino nelle cosiddette cassette della frutta di Candelo (una bella idea); ne guadagneremo tutti e forse anche il trilocale di Via Mazzini in città aumenterebbe di valore. Sursum corda biellesi.

Redazione

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