ATTUALITÀ - 25 novembre 2023, 06:50

Violenza contro le donne, la mamma di Erika sulla scarcerazione di Fricano: “Provo tanta rabbia”

“Forse la legge non è uguali per tutti”

Violenza contro le donne, la mamma di Erika sulla scarcerazione di Fricano: “Provo tanta rabbia”

“Non avrei mai pensato che potesse accadere una cosa del genere, ci sentivamo quasi “fortunati” perchè 30 anni non mi restituisco Erika, ma era almeno qualcosa. Ora si è riaperta una ferita, e fa ancora più male di prima, perchè ci sentiamo presi in giro”. A parlare è Tiziana, la mamma di Erika Preti, morta l'11 giugno 2017 per mano di Dimitri Fricano, che da quando ha saputo che i giudici del tribunale di sorveglianza di Torino hanno concesso all'uomo gli arresti domiciliari, non si dà pace. E oggi 25 novembre, nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne, parteciperà alla marcia in ricordo della figlia organizzata a Biella, per protestare contro i giudici che hanno deciso di scarcerare il suo assassino.

“Provo tanta rabbia – si sfoga – , questa cosa mi fa impazzire. Questa persona è tornata a casa dopo 6 anni, e dalle 3 alle 6 gli è anche concesso di uscire. Non parliamo di una persona allettata, di una persona che non riesce a camminare, ma di una persona che cammina e va in giro. Ma mi chiedo non è possibile metterla in una struttura? Chi fa lo sciopero della fame viene portato in ospedale e curato, questa persona perchè non ha avuto le stesse attenzioni?”.

“Forse la legge non è uguali per tutti”, si sfoga Tiziana. “Noi oggi marceremo in città per dire che c'è qualcosa che non va nella giustizia. Quello che è capitato a mia figlia potrebbe capitare ad altre ragazze, e non è giusto, noi vogliamo fare qualcosa per loro. Lasciando fuori dal carcere chi ha ucciso Erika è possibile che si crei anche un precedente”. 

La mamma di Erika è esausta. “A 50 anni mi sono trovata a ricostruirmi una nuova vita che mi ero creata quando avevo 20 anni quando ho avuto mia figlia – racconta ancora Tiziana – . Adesso non posso piangere di nuovo per questa persona, ma provo tanta rabbia. Non dormo più. Non ce la faccio più. E' come se non avessi più la forza che avevo prima. Quando è morta Erika non ho voluto parlare con nessuno, il dolore era mio e di mio marito. Ora è diverso: la gente deve sapere che quello che è successo è sbagliato. Quando è uscito dal carcere è arrivato a casa su di un'auto rossa. Adesso tutte le auto rosse che vedo guardo se dentro c'è lui. Cosa farei se me lo trovassi di fronte? Penso che andrei nel panico. Non è giusto che stia a casa dopo quello che ha fatto, parliamo di 57 coltellate, non di una “lite tra ragazzi” come ha detto suo papà in un'intervista. Si è pensato che quello che ha fatto lo potrebbe anche rifare? Sono sfiduciata, non riesco a pensare ad altro. Non è giusto quello che è stato deciso, e spero che qualcuno se ne renda conto”

stefania zorio