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ATTUALITÀ | 30 novembre 2023, 06:50

L'ex Città del Mobile più ordinata, ma resta ancora un fantasma FOTO

I proprietari hanno provveduto ad una pulizia del verde importante

L'ex Città del Mobile più ordinata, ma resta ancora un fantasma FOTO Benedetti e Baù per newsbiella.it

L'ex Città del Mobile più ordinata, ma resta ancora un fantasma FOTO Benedetti e Baù per newsbiella.it

A Luglio del 1986 Giorgio Aiazzone morì in un incidente aereo a bordo del suo Piper, e con lui anche il mega progetto della Città del mobile che sarebbe dovuta sorgere a Verrone. Una costruzione immensa, lungo la Trossi, di 60mila metri quadrati di capannoni, 40mila di sotterranei, altri 80mila di piazzali e due chilometri di facciate. Al momento della morte dell'imprenditore era uno scheletro di cemento, e così è rimasto da allora. In questi giorni a chi percorre la provinciale 230 non è passata inosservata la pulizia che è stata fatta nell'area. E a chi si chiede se questo possa essere un segnale che qualche cosa si sta muovendo, se ci sia qualche progetto di riqualificazione che interessi la zona, la risposta che viene data è "no", purtroppo l'ex Città del Mobile non ha ancora un futuro.

"Si tratta di un intervento che è stato fatto dai proprietari - chiarisce il sindaco Cinzia Bossi - , due società che sono di fuori provincia. Purtroppo però non ci sono novità in merito. Ci sono stati diversi contatti tra loro e degli interessati, ma non si è mai arrivati al dunque con il prezzo. Fino agli Anni 2006 qualche cosa si muoveva, ma da allora nessuno ci ha più chiesto di tirare fuori nessun incartamento".

L'ex Città del Mobile resta quindi ancora un fantasma. "Il problema è che una costruzione di quelle dimensioni, in quella zona, non è di certo un bel biglietto da visita - prosegue il sindaco Bossi - . E non è di interesse nemmeno per noi come amministrazione, se qualcuno lo pensasse. I proprietari lo hanno dichiarato "collobente", quindi in condizioni tali che non può produrre reddito, e come tale viene pagato solo l'IMU allo Stato".

Trattandosi di uno spazio immenso, lontano da abitazioni, più volte i ragazzi lo hanno individuato come spazio adatto a organizzare rave. "Per due volte anche in date vicine tra loro, i ragazzi sono entrati - conclude il sindaco - . Poi una terza volta che abbiamo saputo che sarebbe potuto accadere nuovamente, abbiamo chiuso gli ingressi con dei massi grandi in modo tale che non potessero portare dentro attrezzature "da rave" e da allora non è più accaduto. Speriamo solo che qualcosa possa cambiare".

stefania zorio

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