Sono in molti a beneficiare dell’assistenza che il Biellese mette a disposizione dei senzatetto, per offrire loro un riparo, un letto per dormire al caldo e un pasto per evitare che si espongano alle intemperie e il rigido clima che incombe: “Ma il supporto istituzionale non basta – afferma l’assessore alle Politiche Sociali, Assistenziali e Abitative, Isabella Scaramuzzi – . Fin dalla prima edizione il Comune, con la collaborazione di numerosissimi enti territoriali, del terzo settore, associazioni e privati, ha sviluppato un progetto all’avanguardia e ottenuto diversi riconoscimenti: questo dimostra che a Biella la ‘rete’ c’è e funziona. Dal 2021 però, nonostante l’impegno profuso da parte del territorio, i numeri sono considerevolmente incrementati e oggi occorre l’apporto dei cittadini”.
LEGGI ANCHE: Leggi anche: Emergenza freddo, si cercano volontari
Emergenza Freddo, al contrario di quanto possa sembrare, non rappresenta un piano esclusivamente dedicato alle emergenze, infatti il Comune è divenuto capofila, dal 1° novembre, del “Sistema Marginalità” che include: il dormitorio, lo sportello per senza dimora, accoglienze temporanee, housing first e sportello casa, oltre alle numerose attività svolte dagli enti del terzo settore e associazioni (Cooperativa Maria Cecilia, Cooperativa La Famiglia, Caritas, Associazione La Rete, Consorzio IRIS e CISSABO.
La forma di gestione rappresenta un modello all’avanguardia che intende valorizzare le risorse territoriali, fornendo non solo beni di prima necessità e un luogo sicuro, ma anche un facilitato accesso ai servizi, e l’avvio di percorsi di uscita dalla marginalità: “Un progetto fortemente voluto e fiore all’occhiello – commentano i rappresentanti delle associazioni – . Inizialmente Accoglienza diffusa rappresentava solamente un dormitorio, ma grazie alla stretta collaborazione e ripartizione dei compiti, finora nessuno è rimasto escluso”.
Per assicurarsi una marginalità e assicurare disponibilità in caso di effettive emergenze, l’attività necessita di ulteriore sostentamento, anche da parte dei cittadini: “Nelle edizioni precedenti – continua l’assessore Scaramuzzi – nessuno di chi ha chiesto riparo è rimasto fuori, ma i numeri crescenti rappresentano un ostacolo reale ed esortiamo a contribuire non solo al mantenimento delle strutture preesistenti, ma ci auguriamo che gli ospiti possano lasciare del tutto la vita in strada”.
LEGGI ANCHE: Emergenza freddo: più richieste del previsto. E l’onda di piena non è ancora finita
Di seguito i costi dettagliati dell’operazione
Partendo con più di venti posti, i costi saranno necessariamente più elevati rispetto ai 60.000 stimati per l’attivazione di dieci posti, ovvero 73.000 euro (circa 20 euro al giorno per persona per tutto il "pacchetto": accoglienza notturna, pasto caldo serale, accoglienza diurna, docce, lavaggio abiti, kit igiene, distribuzione sacchi a pelo e indumenti invernali, monitoraggio della salute, ascolto, informazione, orientamento e interventi per l’avvio di percorsi di inclusione): 15.000 euro sono stanziati dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, 35.000 euro dai sottoscrittori di cui 5.500 euro dal residuo della precedente edizione, e ci si auspica che i restanti 23.000 euro possano arrivare dalla nuova campagna raccolta fondi: un obiettivo davvero ambizioso, ma di fronte ad un progetto che nasce per salvare la vita delle persone si ripone fiducia nella comunità Biellese e nella rete di collaborazione allargata che da anni sostiene il Progetto.