Ad una settimana dall'annuncio dell'imminente canonizzazione di Pier Giorgio Frassati nel corso del Giubileo del 2025, a Pollone e dintorni si respira un clima di gioia immensa e profonda soddisfazione.
Lo conferma il parroco del paese, don Luca Bertarelli, che ha assistito in presa diretta al momento storico durante l'assemblea nazionale di Azione Cattolica Italiana. “Alle parole del cardinale Marcello Semeraro (prefetto del Dicastero della Cause dei Santi ndr) siamo rimasti tutti increduli – racconta il sacerdote biellese, presente come assistente regionale dei giovani dell'associazione – Poi è partito un lungo, accorato applauso. Da parroco, ho avvertito una gioia immensa e incontenibile. In tanti, nei giorni a seguire, mi hanno scritto personalmente confidandomi le loro impressioni”.
La figura di Frassati – per tutti, semplicemente, Pier Giorgio – è stata (ed è ancora) fonte di ispirazione per molti fedeli sparsi in tutto il mondo. Perfino un papa, Giovanni Paolo II, era giunto nel piccolo paese della Valle Elvo per rendergli omaggio e pregare sulla sua tomba il 16 luglio 1989. Lo stesso pontefice che, dopo neanche un anno, proclamò beato quel giovane scomparso troppo presto, a soli 24 anni, il 4 luglio 1925.
Così, ad un secolo esatto dalla sua morte, oltre alla santificazione, sono in programma diverse iniziative per far conoscere la sua vita e le sue opere caritatevoli, rivolte principalmente agli ultimi e ai poveri. “Le nuove generazioni dovrebbero prendere esempio da ciò che Pier Giorgio ha compiuto – spiega don Luca – Per questo, le realtà di Torino e Biella devono unire gli sforzi e lavorare insieme per diffondere la sua storia, in particolar modo tra i giovani”.
Ma cosa colpisce di più del figlio dello storico direttore de La Stampa, Alfredo Frassati, nato a Torino nel 1901 ma spesso in visita nel Biellese? “Come disse un suo caro amico, Franz Massetti, Pier Giorgio ha saputo vivere straordinariamente la quotidianità – afferma don Luca – Non ha costruito ospedali, non è stato in missione ma ha reso eccezionale ogni singolo momento della sua esistenza. Questo è, senz'altro, il suo insegnamento più grande”.
A 100 anni dalla sua prematura scomparsa, la casa di Pollone, così come la cappella funebre, sono meta di pellegrinaggio, come sottolinea Lorenzo Grosso, da 25 anni presidente della Fondazione Pier Giorgio Frassati che da sempre si prefigge il duplice obiettivo di diffondere la memoria del giovane torinese di origini biellesi e realizzare iniziative benefiche: “ È sicuramente un grande onore avere un santo come lui. Una notizia che ha inorgoglito l'intero territorio. Ogni anno, da ogni angolo del globo, arrivano a Pollone circa 2mila fedeli per rendergli visita. Per lo più stranieri: polacchi, americani, francesi, australiani. Pier Giorgio è molto conosciuto all'estero, un po' meno dalle nostre parti. Forse, i biellesi dovrebbero approfondire maggiormente la sua persona”.
A Pollone, però, è talmente radicata la sua immagine che, ogni anno, la Fondazione organizza una corsa in montagna dedicata proprio al beato, grande amatore delle nostre montagne, lungo il sentiero internazionale D41 a lui dedicato. Anche gli Alpini guidati dal capogruppo Luciano Guglielmo e l'amministrazione comunale hanno condiviso la propria felicità, specialmente perchè è stata riconosciuta la bontà di un ragazzo che ha dimostrato profonda carità cristiana.
Lo stesso sindaco, la cui madre è stata amica e quasi coetanea di Pier Giorgio, ne ha lodato le qualità: soprattutto il modo di trainare i giovani e la serenità che la sua presenza sapeva emanare a chiunque gli stesse accanto. Un personaggio unico, capace ancora oggi di guidare generazioni di giovani.