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COSTUME E SOCIETÀ | 29 giugno 2024, 07:00

“Biella e la sua Mazza civica”, conversazione con Battista Saiu

Martedì 2 luglio 2024, alle ore 21, a Graglia, nel Casolare dei Campra, in via Canale, 3 – XXIV edizione di “Vita d’Artista” – incontri – conferenze – musica – dibattiti – proiezioni di immagini - rinfreschi - ingresso libero e gratuito – prenotazione obbligatoria.

Biella Piazzo, fontana monumentale con Mazza civica in sienite della Balma, prospicente la sede dell’antico Comune di Biella alta; Oropa, Mazza civica portata in processione al santuario eusebiano alpino di Santa Maria di Oropa.

Biella Piazzo, fontana monumentale con Mazza civica in sienite della Balma, prospicente la sede dell’antico Comune di Biella alta; Oropa, Mazza civica portata in processione al santuario eusebiano alpino di Santa Maria di Oropa.

Sin dagli albori delle civiltà, l’appartenenza, l’identità e la comunità trovano espressione potentissima nei simboli. Le immagini di oggetti, di animali, di piante e di astri, hanno in sé la forza di rinviare a significati ulteriori, evidenti per coloro che, con l’immaginazione, sono in grado di decifrare tale strumento di linguaggio all’interno del sistema simbolico di cui esso fa parte. L’infinita varietà dei simboli, dalla natura ambigua e, insieme, allusiva, plurale e, contemporaneamente, ambivalente, delinea il mondo per «come è visto, sentito, vissuto in via pre-logica, dal soggetto, che sopperisce la propria naturale manchevolezza animale costruendo un universo culturale che gli consente di adattarsi al mondo. Il simbolo non è una spiegazione del mondo, ma è la capacità di cogliere emozionalmente, in un oggetto, i molteplici piani del cosmo e i diversi livelli della coscienza».

Essi sono serviti, e tutt’oggi servono, ad istituire modalità di riconoscimento collettivo, a distinguere e ad aggregare le comunità, permettendo «di dire un noi contro un voi»

Biella conserva nei suoi emblemi identitari le tracce di una storia plurisecolare e assai composita. Uno di questi è in uso ad Oropa nelle cerimonie di inizio maggio e fine agosto. Eventi rilevanti, nel corso dei quali, in conformità a quanto previsto dallo Statuto Comunale, viene portata in processione un’antica insegna, la Mazza Civica della Città di Biella, tradizionalmente sorretta e scortata dagli agenti della Polizia Municipale, in alta uniforme e dotati di guanti bianchi d’ordinanza, a significare il profondo rispetto e l’importanza del momento, unitamente al Sindaco ed al seguito dell’Amministrazione Comunale.

Le mazze civiche - simbolo di identità, di potere ed insegna d’onore - consistono in manufatti rimasti in uso quasi esclusivamente nel corso delle cerimonie per l’inaugurazione dell’Anno Giudiziario presso le Corti d’Appello e la Suprema Corte di Cassazione, nonché nelle Aule Magne delle Università in occasioni della solennità di inizio dell’Anno Accademico. In ambiente civico e per lo più in alternativa al gonfalone, poche, ormai, risultano essere oggi le città che ancora impiegano tale antico strumento e, almeno in Piemonte, Biella si delinea essere, forse, come l’unica città che ne faccia ancora uso in determinate circostanze. In apparente singolare circostanza, oltre mare, Cagliari risulta farne uso, per lo più in ambiente sacro e durante funzioni paraliturgiche: nell’antica capitale del Regno di Sardegna, in particolare, la Mazza della Città, prodotta nel corso del periodo spagnolo, risulta essere stata portata in processione durante la festa di Sant’Efisio, Patrono dell’Isola: in passato, dalla figura dell’Alternos, il Viceré; oggi, dal Sindaco della Città sarda o da un suo delegato.

Durante la conversazione con l'antropologo Battista Saiu, verrà illustrata la preziosa Mazza Civica di Biella. Le prime notizie storiche dell’insegna decurionale biellese sono individuabili nella concessione delle lettere patenti di infeudazione del 1660, quando il duca Carlo Emanuele II di Savoia, assegnando i borghi di Pralungo, Cossilla, Barazza-Vandorno e Pavignano alla città, conferì anche la giurisdizione penale di seconda istanza. La Mazza che possiamo vedere oggi, è in legno dorato, realizzata nel 1814 su disegno dell’architetto Nicola Tarino. Ne esisteva una precedente, in argento, che andò perduta a seguito del dono al Governo provvisorio piemontese, retto dai Giacobini, nel Dicembre del 1798.

La Mazza attuale presenta tre facce con scolpiti lo stemma della Città, quello semplificato del Regno di Sardegna e l’effigie di N.S. di Oropa: rappresentazione di quella che può essere definita una sostanziale sintesi della composita identità del Territorio.

C.S. Gianni Cilloco, Su Nuraghe

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