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ECONOMIA | 03 luglio 2024, 06:50

Morti sul lavoro, nessun caso a Biella nei primi 5 mesi del 2024

Al 31 maggio sono 72.750 gli occupati nel Biellese

Morti sul lavoro, nessun caso a Biella nei primi 5 mesi del 2024 - Foto archivio newsbiella.it

Morti sul lavoro, nessun caso a Biella nei primi 5 mesi del 2024 - Foto archivio newsbiella.it

Buone notizie dal mondo del lavoro biellese, dove, nei primi 5 mesi del 2024, non si sono registrati morti sul lavoro su una popolazione di 72.750 occupati.

Lo dice lo studio al 31 maggio dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente di Vega Engineering di Mestre che, sulla base di dati INAIL, calcola periodicamente l’incidenza degli infortuni mortali, valore che indica il numero di lavoratori deceduti sul lavoro in una data area (regione o provincia) ogni milione di occupati presenti nella stessa.

Data l’incidenza media nazionale pari a 12,1 morti ogni milione di lavoratori, l’Osservatorio classifica le regioni in quattro zone colorate.

Bianche sono le regioni con incidenza infortunistica inferiore al 75% dell’incidenza media nazionale. Gialle quelle tra il 75% dell’incidenza media nazionale ed il valore medio nazionale. Arancioni quelle comprese tra il valore medio nazionale e il 125% dell’incidenza media nazionale. Rosse quelle superiori al 125%.

Il Piemonte (insieme Abruzzo, Liguria, Lombardia, Toscana, Basilicata, Friuli-Venezia Giulia e Molise) è in zona gialla. Meglio fanno Lazio Sardegna, Marche e Veneto, regioni bianche. Peggio Calabria (zona arancione); e Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Umbria, Campania, Emilia-Romagna, Sicilia e Puglia. (zona rossa).

A livello nazionale i numeri dicono che, in questi primi cinque mesi, sono 369 le vittime sul lavoro (11 in più rispetto a fine maggio 2023): 286 in occasione di lavoro (15 in più) e 83 (4 in meno) in itinere, cioè durante il percorso casa-lavoro. Il primato regionale è ancora in Lombardia con 48 vittime in occasione del lavoro Seguono: Emilia-Romagna (35), Campania (30), Sicilia (22), Lazio (21), Puglia (20), Piemonte (19), Toscana (17), Veneto (14), Trentino-Alto Adige (12), Calabria (8), Umbria e Liguria (7), Abruzzo (6), Friuli-Venezia Giulia, Sardegna e Marche (5), Valle d’Aosta e Basilicata (2) e Molise (1).

“Rispetto allo stesso periodo 2023 - dice il Presidente dell’Osservatorio Mauro Rossato - crescono le morti in occasione di lavoro del +5,5%. E questo è il dato più significativo e sconfortante, perché è quello che racconta un peggioramento delle condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro. La proiezione per la fine del 2024 delle vittime sul lavoro sembra essere già tragica e simile a quella degli anni precedenti”.

Esaminando le fasce di età, lo studio registra l’incidenza di mortalità più elevata, in occasione del lavoro, tra i lavoratori con più di 65 anni (incidenza pari a 55,0), seguita dalla fascia di lavoratori compresi tra i 55 e i 64 anni (19,4). Fascia a quest’ultima, che, numericamente, è la più colpita con 99 su un totale di 286.

Quanto alla nazionalità gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 62 su un totale di 286, con un rischio doppio rispetto agli italiani. Gli stranieri registrano, infatti, 26,1 morti ogni milione di occupati, contro i 10,6 degli italiani. 17 gli stranieri deceduti in itinere.

A fine maggio 2024, le donne morte in occasione di lavoro sono 21, quelle in itinere 8.

Passando ai settori, guidano la triste classifica le costruzioni con 57 morti in occasione del lavoro, seguito da attività manifatturiere (37), trasporti e magazzinaggio (25), commercio (18).

Il giorno maledetto sul lavoro dei primi 5 mesi 2024 è il martedì con il 23,1% delle morti.

Crescono le denunce di infortunio rispetto allo stesso periodo 2023: da 245.857 a 251.132 (+2,1%). Le donne hanno presentato 91.441 denunce, gli uomini 159.691. Quelle presentate in occasione di lavoro (esclusi gli infortuni in itinere) sono 212.803: 72.241 da parte delle donne 140.562 dagli uomini.

Quanto alla nazionalità, 171.584 denunce degli italiani in occasione del lavoro, 41.219 dagli stranieri. Quanto alla fascia di età, denunciano di più i lavoratori tra i 45 e 54 anni con 53.420 denunce (21,3% del totale).

In base al settore numero più elevato di denunce dalle attività manifatturiere (29.256), seguite da costruzioni (14.469), sanità (14.370), trasporto e magazzinaggio (13.266), commercio (12.911).

Alessandro Bozzonetti

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