Se da una parte, la nuova Giunta regionale della Sardegna, guidata da Alessandra Todde, ha approvato il disegno di legge n. 15/A, che decreta per 18 mesi lo stop alla costruzione di nuovi impianti sull'isola, dall’altra, lo Stato centrale di Roma ha convertito in Legge la norma “urbanistica” per la tutela delle «zone E». Norma che non vale per la Sardegna, che ne rimane esclusa. “Una beffa senza precedenti in questo assalto “vigliacco” dello Stato all’Isola del sole e del vento. L’operazione era stata studiata a tavolino, portata a termine senza alcun sussulto, con la complicità di molti e il silenzio di tanti”, scrive Mauro Pili, caporedattore del quotidiano L’Unione Sarda, presidente emerito della Regione Autonoma della Sardegna nel 1999 e dal 2001 al 2003.
Parole dure cui si sommano quelle del Poeta, che ricorda: “Ma prima de intrare a domo mia,/ Cheria puru chi tocherent sa janna”, vale a dire: “Ma prima di entrare in casa mia,/Vorrei pure che bussassero alla porta”.
In un crescendo, i versi alzano i toni con il proverbio: “Torramus a su ciafu s'istocada, restituiamo allo schiaffo la stoccata”.
Nella traduzione di Gabriella Peddes di Tonara, con la revisione di Roberto Perinu, i versi verranno inseriti nell’antologia di testi del prossimo appuntamento (martedì 30 luglio 2024) con il Circulo sardo “Antonio Segni” di La Plata (Argentina): laboratorio linguistico transoceanico “Eya, emmo, sì: là dove il sì suona, s’emmo e s’eya cantant”, per imparare a leggere e a scrivere in lingua materna contemporanea: contributo concreto e visibile in difesa della terra di origine da parte dei Sardi di “su disterru”, gli emigrati che vivono nei cinque continenti.