"Ogni estate per noi è un calvario. Ci arrivano notizie frammentarie, spesso sbagliate. E siamo sempre nel limbo, pur lavorando". È solo una delle voci delle decine di persone che questa mattina si sono trovate sotto le finestre dell'ufficio scolastico regionale, a pochi giorni dalla prima campanella.
Sono gli insegnanti idonei (per la legge) dopo aver passato il concorso di 4 anni fa, nel 2020. Per scuola d'infanzia, primaria e secondaria. Ma ora, con l'avvento del Pnrr, sono all'orizzonte nuovi concorsi, nuove graduatorie e una forte sensazione di caos. La manifestazione, organizzata da Cub Sur Torino, vuole riportare i riflettori sulla situazione dei lavoratori precari usciti dal concorso effettuato quattro anni fa. "Abbiamo fatto tutto, scritto e orale molto selettivi, in pieno Covid, con le mascherine. E siamo ancora in attesa", dicono i manifestanti. Ieri il comunicato dell'ufficio regionale ha dato nuove cifre, con circa 538 cattedre che saranno assegnate a insegnanti di ruolo della graduatoria 2020.
"Ma non è chiaro quali graduatorie saranno prese in considerazione e secondo quali criteri. Ci sono regioni come Basilicata, Sicilia e Lazio in cui le graduatorie stanno scorrendo. Perché da noi no? Vogliamo che i precari vengano stabilizzati"."Vogliono fare con il Pnrr tanti concorsi per pochi posti, non arrivando ad assumere nessuno. Soprattutto con una graduatoria fatta nel 2020 che è già valida. Così invece se ne creano tante, in un sistema di scatole cinesi. E i fondi europei di fatto non vengono utilizzati per le assunzioni", dice la segretaria provinciale Cub Sur, Giulia Bertelli. "Inoltre, proprio l'uso di fondi Ue ha imposto nuovi paletti e vincoli", aggiunge.