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POLITICA | 31 agosto 2024, 08:10

Jus Scholae, Verzella: “Si torna a parlare di problemi seri”

“Tutti quei ragazzi, fra qualche giorno, continueranno sui banchi a essere stranieri nella terra in cui sono nati”.

Jus Scholae, Verzella: “Si torna a parlare di problemi seri”.

Jus Scholae, Verzella: “Si torna a parlare di problemi seri”.

Da qualche settimana tengo sott'occhio, sui media, il dibattito sullo Jus scholae. Qualche giorno fa, sfogliando un giornale nazionale, ho potuto senza sorpresa notare che la questione era scivolata oltre la ventesima pagina. Segno inequivocabile che, con la fine della vampa d'agosto e la serrata non rivendicativa dei primi ombrelloni, si torna a parlare di “cose serie", a lavorare sui “veri problemi" di questo Paese. Con buona pace dei giovani figli di migranti, uno dei quali siede ora davanti a me parlottando con accento milanese su questo treno in ennesimo ritardo.

Passando per una giornata nuvolosa in cui il debito pubblico italiano ha ripreso il posto che gli spetta sui giornali, unitamente a una stretta sulle pensioni che nega qualsiasi precedente promessa della maggioranza, oggi siamo arrivati a mettere sul banco degli imputati l'unica misura universalistica ancora dedicata alla famiglia e al sostegno della natalità di cui i soloni al governo si riempiono la bocca: l'assegno unico per i figli.

Si tacciano nel mentre tutti quei ragazzi che, fra qualche giorno, continueranno sui banchi a essere stranieri nella terra in cui sono nati. E faccia silenzio anche la sottoscritta, sinistrorsa eterodossa, che avrebbe voluto cogliere l'occasione per vincolare anche i genitori dei futuri cittadini all'apprendimento della nostra lingua presso i Centri provinciali di Istruzione degli adulti. Soprattutto fornendo alle madri questa opportunità.

Ma, ben più importante, taccia anche l'Europa, visto che si mette mano a un disposto, l'assegno unico per i figli, posto sotto la sua lente critica perché limitato a soggiornanti da almeno due anni in Italia e con contratto di lavoro. Di sicuro ci possiamo aspettare un miglioramento, dalla ministra Roccella e dai suoi tecnici. Nel mentre la Cei comincia a comprendere che l'autonomia differenziata farà i poveri sempre più poveri e, ne sono certa, non sarà contenta nemmeno dell’abolizione dell’assegno. L'opposizione, intanto, c'è per questo: per ricordare costantemente che una magnifica Carta costituzionale ci fa titolari di diritti indipendenti da reddito, residenza, sesso, colore della pelle, età. E qui qualcuno rema contro tutto ciò stando a prua; in questo mare di quasi autunno, dove spesso le speranze, specialmente quelle degli ultimi, si inabissano senza attenzione mediatica.

C.S. Emanuela Verzella, G. Ch.

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