Copertina - 01 settembre 2024, 00:00

Elisa Mosca, scelta da Slow Food tra le 10 donne piemontesi che salvano la terra

"Penso che nella vita ci voglia coraggio; è importante tenere viva l'economia montana"

Elisa Mosca

Elisa, iniziamo con il riconoscimento che ha ottenuto: è stata identificata da Slow Food tra le 10 donne Piemontesi che salveranno il pianeta, un orgoglio o una responsabilità?

E’ un grande orgoglio essere stata identificata tra le 10 donne piemontesi che salveranno il pianeta  ma al contempo sento anche una grande responsabilità. Il mio modo di operare, di lavorare, di pensare devono seguire questo orientamento…

E' stata considerata un esempio durante l'edizione '22 del salone di Terra Madre con il tema della rigenerazione: come interpreta il tema "L'essere umano dentro la natura"? Si tratta di un percorso di crescita non solo semantico ma anche di intenti condivisi

Penso che l’essere umano debba vivere in sintonia con la natura, rispettarla ed abbandonare l’assoluto dominio antropocentrico sull’ecosistema proprio della società odierna.

A proposito di Terra Madre non posso non chiederle di commentare queste due frasi di Carlo Petrini:

1) “Il cibo è il nostro legame più profondo con il mondo esterno, con la Natura: mangiare ci rende parte di un sistema complesso che gli antichi descrivevano come il “respiro della Terra”.

Effettivamente noi siamo ciò che mangiamo; con le nostre abitudini, le nostre scelte alimentari andiamo ad impattare, in un certo senso piuttosto che in un altro, sulla natura e sulla “vita” delle piccole realtà aziendali che operano in armonia con essa. I piccoli produttori sono colore che custodiscono e promuovono la cultura di un territorio.

2) Il cibo è politica, il rispetto della diversità è politica, i modi in cui ci si prende cura della natura è politica.

Mangiare diventa un atto politico: come dicevo prima è una scelta che ha un impatto diretto o indiretto sull’ambiente, sulla natura e sulla società che ci circonda. Carlo Petrini sosteneva la necessità di mantenere vivi i presidi e le piccole realtà agroalimentare parti di ogni territorio iniziando proprio dalle nostre scelte alimentari.

Ora parliamo della sua scelta, ovvero quella di abbandonare una comoda scrivania e di salvare un'area rurale per portarla a generare economia montana; dove e quando è maturata?

Più che maturata direi “cresciuta” in me, un gene che mi è stato tramandato. Rafforzata dall’evidente spopolamento verificatosi negli ultimi anni delle zone montane, la necessità di mantenere vive le piccole economie di montagna che rivestono un importante ruolo di tutela e salvaguardia.

Parliamo ora dell'aspetto giovani e montagna. in una sua recente intervista, ha esordito dicendo che la montagna va ripopolata dai giovani, qual è la sua ricetta?

Penso che nella vita ci voglia “coraggio” e tanta volontà senza temere le difficoltà che si presentano. Creare piccoli business locali funzionali, collaborazioni e sinergie aziendali potrebbe essere la “ricetta” per valicare certi ostacoli.

Secondo lei, guardando all'evoluzione tecnologica, una montagna targata "2.0" può essere più attrattiva e generare più economia?

Sicuramente l’evoluzione tecnologica può essere d’ausilio nel creare un sistema più sostenibile dal punto di vista socioeconomico sia per chi già ci vive sia per i turisti che provengono da fuori. Penso che sia compito delle autorità locali porre in essere decisioni a sostegno di queste teorie. 

Parliamo della situazione climatica, sappiamo che questo aspetto le è molto a cuore, cosa vorrebbe dire ai governi del mondo?

Mi sento di dire ai giovani che vi è la necessità di ritornare ad apprezzare le cose semplici, in una società prettamente orientata al consumismo, di vestire i loro animi di sensibilità verso il nostro creato: ogni loro scelta impatterà sull’avvenire della nostra società.

Infine, abbiamo parlato di tecnologia e di conseguenza comunicazione; questi giorni ci sono degli americani al suo Alpeggio Fontanelle, questo è uno degli eventi che riesce a farla conoscere al Mondo; possiamo usarlo come spunto per chi vorrebbe percorrere una strada come la sua?

Si certamente, penso che poter far vedere “al Mondo” ciò che ami fare, condividere la tua storia sia una grande soddisfazione e un buon punto di partenza. Dall’estero amano molto la nostra ruralità e unicità ed è quello che dobbiamo far vedere con la giusta dimensione e sostenibilità è chiaro che in tutto ciò ci deve essere una buona comunicazione e interazione con i meccanismi dell’informazione digitale.

redazione

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