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ATTUALITÀ | 10 settembre 2024, 12:00

Lingua blu, casi in Piemonte: salta il raduno zootecnico di Oropa per precauzione ma la fiera di San Bartolomeo si farà

Per Coldiretti e Cia la situazione “è preoccupante”.

lingua blu

Lingua blu, casi in Piemonte: salta il raduno zootecnico di Oropa per precauzione ma la fiera di San Bartolomeo si farà (foto della scorsa edizione)

Dopo la peste suina, un'altra epidemia si sta diffondendo negli allevamenti del Piemonte: si tratta della malattia della “lingua blu” (o blue tongue), detta anche febbre catarrale degli ovini, trasmessa dalla zanzara Culicoide. Colpisce per lo più ovini e caprini (con un elevato tasso di mortalità) ma anche i bovini (senza evidenti effetti mortali).

La Blue Tongue è arrivata nella nostra regione circa sei mesi fa dalla Francia, dove al momento si stanno diffondendo nuovi ceppi virali. Diversi i casi registrati in Italia, come in Sardegna e in Piemonte. Perfino nel nostro Biellese sono stati segnalati alcuni episodi, come confermato dall'ASL Biella, con la presenza di alcuni focolai e sono tuttora in corso di verifica alcuni casi sospetti, inviati ai centri zooprofilattici competente; inoltre, tra gli allevatori si comincia a nutrire qualche preoccupazione, come ci conferma il presidente della Coldiretti Vercelli-Biella Roberto Guerrini: “Ci troviamo di fronte ad una situazione preoccupante: abbiamo a che fare con una malattia che si diffonde nel periodo estivo. Ci si augura che la diffusione sia meno impattante con l'entrata della stagione autunnale e invernale. A livello provinciale e regionale stiamo monitorando la situazione e assistendo gli allevatori per meglio fronteggiare questa problematica”.

Sulla stessa linea d'onda anche la Cia, nella persona del direttore regionale e di Biella Giovanni Cardone: “C'è seria preoccupazione anche perchè al momento non sono disponibili i vaccini. Consigli? Prestare attenzione ai sintomi dei propri animali e aderire il prima possibile al piano vaccinale, non appena sarà a disposizione, senza dimenticare l'uso di repellenti in caso di spostamento”.

Proprio su questi temi, si è tenuto nei giorni scorsi un vertice tra le autorità regionali e le associazioni di categoria, dove sono state concordate le misure urgenti per contrastare nell'immediato la diffusione della malattia unita alle azioni per una strategia vaccinale di periodo più esteso da attuarsi nei prossimi mesi. Tra le iniziative messe in campo vi è un'attività di informazione e sensibilizzazione degli allevatori sull'opportunità di vaccinare gli animali e di attivare le massime azioni di biosicurezza, come i trattamenti insettorepellenti o la custodia di bovini e ovini in ambienti protetti nelle ore notturne, periodo in cui la zanzara è maggiormente attiva. La Regione ha anche fornito ai servizi veterinari delle ASL indicazioni operative che, a seconda del contesto e delle situazioni, possono prevedere misure diverse, finalizzare sempre e comunque alla prevenzione e al contenimento dell'epidemia. Le fiere/manifestazioni con la presenza di animali delle specie sensibili possono essere consentite fermo restando i requisiti minimi disposti dalle autorità competenti. 

Anche a livello locale, si cominciano a sentire i primi effetti di queste misure: è notizia di questi giorni che i nostri allevatori hanno ritenuto opportuno non organizzare il tradizionale raduno zootecnico di Oropa, in occasione della Fiera di San Bartolomeo (in programma il 14 e il 15 settembre con una serie di eventi e appuntamenti), proprio per evitare l'insorgenza di focolai e garantire la sicurezza sanitaria. Sicuramente una misura precauzionale molto importante. Un ulteriore precisazione è doverosa: la malattia non è di alcuni pericolo per l'uomo e per gli animali che non rientrano tra i ruminanti. Infine, sul fronte dei vaccini, si attendono sviluppi nel brevissimo periodo. “Al momento non se ne trovano – spiega il presidente Guerrini – Ci vanno 10-15 settimane dal momento dell'ordine alla consegna vera e propria. Ora, la Regione ha richiesto alla Sardegna un certo numero di dosi per iniziare a vaccinare i primi casi”.

g. c.

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