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Music Cafè | 15 settembre 2024, 08:10

Riascoltati per voi: Pearl Jam - Vitalogy (1994)

Pubblicato ben trentenni fa, ma tutt’ora più che attuale

Riascoltati per voi: Pearl Jam - Vitalogy (1994)

Riascoltati per voi: Pearl Jam - Vitalogy (1994)

Trentatreesimo appuntamento per la rubrica “Riascoltati per voi”: in quest’ultima settimana mi sono soffermato nell’ascolto di un album a dir poco spettacolare, con la sua inconfondibile copertina che richiama un antico manuale medico, si presenta come un progetto audace e sperimentale: chiaramente vi sto parlando di “Vitalogy” del gruppo statunitense Pearl Jam.

Pubblicato ben trentenni fa, ma tutt’ora più che attuale ed un piacere da riascoltare, ”Vitalogy” rappresenta un punto di svolta fondamentale nella carriera di Eddie Vedder e compagni. Con questo terzo album in studio, la band di Seattle si distacca ulteriormente dal grunge dei precedenti lavori, facendo emergere una varietà di stili musicali che mostrano un’interessante evoluzione del gruppo.

Pronti, partenza, via: il disco parte forte con l’energica e potente “Last Exit”, fin da subito è chiaro il tono che avrà tutto l’album attraverso la voce intensa di Eddie Vedder e l’accompagnamento di ritmi incalzanti e assoli di chitarra da capogiro, come la stessa “Corduroy” presente verso la metà del disco. La band americana non ha paura di sperimentare e ne sono la prova brani come “Nothingman”, “Better Man” o la bellissima “Immortality”, esse infatti presentano sonorità più delicate e malinconiche. Ed è proprio questa varietà che riesce a dare un ulteriore strato di complessità all’intero album e contribuisce a mantenere alta l'attenzione dell'ascoltatore dimostrando tutta la versatilità della band.

Prima di lasciarvi all’ascolto, a mio modesto parere credo che “Vitalogy” sia l'album più creativo dei Pearl Jam, in quanto l’interazione tra i membri della band e le performance degli stessi siano di alto livello, le chitarre punk-rock piene di energia scatenante spaccano di brutto, così come la sezione ritmica è vigorosa, per non parlare della produzione a dir poco eccezionale. Nei cinquantacinque minuti del disco, l’ascolto è un'esperienza a dir poco coinvolgente, si percepisce tutta quell’energia nuda e cruda che solitamente la si può ascoltare durante un concerto dei Pearl Jam.

Due note: la rivista “Rolling Stone” l’ha classificato al 485º nella lista dei 500 migliori album della storia ed il titolo definitivo venne ricavato da un manuale medico del 1899, una specie di trattato riguardante l'anatomia, le malattie, i rimedi erbacei e consigli per la casa.

Voto: 9,5

Tracce:

1) Last Exit – 2:54

2) Spin the Black Circle – 2:48

3) Not for You – 5:52

4) Tremor Christ – 4:12

5) Nothingman – 4:35

6) Whipping – 2:35

7) Pry, To – 1:03

8) Corduroy – 4:37

9) Bugs – 2:45

10) Satan's Bed – 3:31

11) Better Man – 4:28

12) Aye Davanita – 2:58

13) Immortality – 5:28

14) Hey Foxymophandlemama, That's Me (conosciuta anche come Stupidmop)

Durata: 55 minuti.

Formazione:

Eddie Vedder (voce, chitarra); Jeff Ament (basso); Stone Gossard (chitarra); Mike McCready (chitarra); Dave Abbruzzese (batteria) e Jack Irons (batteria)

Vorrei tanto conoscere le vostre opinioni personali, sono curioso di sapere che cosa ne pensate non solo di “Vitalogy” ma anche dei Pearl Jam e della loro musica.

Al prossimo riascolto…

Andrea Battagin

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