ECONOMIA - 06 ottobre 2024, 06:50

L’importanza di investire i propri risparmi

Perché non è utile tenere fermi sul conto corrente i risparmi che non si utilizzano.

Andrea Fabbris – Consulente Finanziario Indipendente

In questo primo articolo andremo a capire perché investire è così importante e come mai ognuno dovrebbe evitare di tenere il denaro inutilizzato liquido e non produttivo sul conto corrente.

Il ruolo dell’inflazione

L’inflazione è l’aumento generale e continuo dei prezzi di beni e servizi nel tempo. Il tema è tornato quanto mai di attualità a partire dal 2022, in quanto ci siamo accorti che tutto ciò che fino a poco prima acquistavamo ad un determinato prezzo, ha iniziato ad essere venduto ad un costo decisamente più alto. Tutto è aumentato ad un livello a cui non eravamo abituati ormai da molto tempo. Senza entrare nel merito se si sia trattato di un effetto dato unicamente dall’inflazione o se nel mezzo ci sia stata anche della speculazione da parte di alcuni, resta il fatto che il potere d’acquisto delle famiglie è andato a ridursi: col medesimo quantitativo di denaro si compra un minor quantitativo di prodotto. Se da un lato l’inflazione nulla o negativa è un male per lo sviluppo economico, un eccesso è comunque dannoso per i risparmiatori, poiché porta ad un progressivo impoverimento: per questo motivo le Banche Centrali sono intervenute sui tassi di interesse, con l’obiettivo di riportare quanto prima il livello inflazionistico al valore di 2-2,5% (che si intende come equilibrio ottimale tra sviluppo economico e sostenibilità per le famiglie).

Cosa può fare il singolo risparmiatore?

Fermo restando che non è possibile smettere di acquistare oppure rinunciare a tutto, assumono un’importanza fondamentale gli investimenti come mezzo per combattere la perdita del potere d’acquisto. Il risparmiatore, una volta individuata la quantità di denaro che non gli occorre nell’immediato e tolto il cuscinetto di sicurezza per le emergenze, dovrebbe pensare a come allocare al meglio le rimanenti risorse, in maniera che si possano rivalutare nel medio lungo termine e ottenere il risultato minimo per proteggersi dall’inflazione. Si può ovviamente puntare ad ottenere del rendimento extra, per andare addirittura ad aumentare il proprio tenore di vita e la capacità di spesa. Risulta quindi fondamentale investire (attenzione, non speculare!): una pratica che tutti noi dovremmo fare abitualmente.

Quando iniziare

Investire è importante ad ogni età, seguendo sempre la propria propensione al rischio, in relazione all’orizzonte temporale e agli obiettivi; tuttavia i risultati possono essere ancor più apprezzabili se si inizia sin da giovani: il rendimento composto (il rendimento che si crea dal rendimento) può portare a somme di tutto rispetto. Si pensi ad un giovane di 18 anni che, iniziando un piano di accumulo sul mercato azionario statunitense con versamenti mensili di soli 100€, potrebbe ritrovarsi a 53 anni un capitale di 177.000€ nell’ipotesi, per nulla assurda, di rendimenti medi annui del 7%, a fronte di versamenti per soli 42.000€. Per questo motivo è utile iniziare sin dai primi risparmi. Anche chi è in età più matura, non deve allarmarsi: tipicamente infatti possiede già un capitale di partenza, per cui non necessita di un piano di accumulo, che richiede più tempo. Si pensi che un portafoglio bilanciato con rendimento medio del 6% annuo, porterebbe in 12 anni a raddoppiare il capitale. La risposta pertanto è: si dovrebbe iniziare appena si può. Nel prossimo articolo vedremo come suddividere gli investimenti in base all’orizzonte temporale.

Andrea Fabbris – Consulente Finanziario Indipendente

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Andrea Fabbris – Consulente Finanziario Indipendente