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COSTUME E SOCIETÀ | 25 ottobre 2024, 07:00

Una pietra dal Comune di Acquafredda (Brescia) per “Nuraghe Chervu” di Biella

sindaco di Acquafredda, ing. Maurizio Donini, il presidente sez. Combattenti/Reduci Attilio Gandolfini e Roberto Ghisini segretario della Sez. Combattenti e del Gruppo Alpini.

sindaco di Acquafredda, ing. Maurizio Donini, il presidente sez. Combattenti/Reduci Attilio Gandolfini e Roberto Ghisini segretario della Sez. Combattenti e del Gruppo Alpini.

Il Comune di Acquafredda, poco più di millecinquecento anime in provincia di Brescia, ha inviato a Biella una “pietra di memoria” per commemorare i suoi 31 Caduti durante la Prima guerra mondiale.

L’amministrazione del paesino lombardo ha aderito con entusiasmo a un’iniziativa avviata nel 2019 dal Circolo Culturale Sardo "Su Nuraghe" in collaborazione con la Città di Biella, che mira a creare un monumento collettivo in onore dei Caduti della Grande Guerra, con pietre provenienti da tutto il territorio italiano.

La pietra inviata da Acquafredda è una lastra di botticino, materiale caratteristico della regione bresciana, su cui è inciso "Acquafredda (Brescia) 31". Questa sarà posizionata nell’area monumentale del Nuraghe Chervu, un luogo dedicato alla conservazione della memoria storica e alla partecipazione comunitaria, posto alle porte di Biella. Il progetto prevede – nelle aspettative dei patrocinatori - l’inclusione di contributi simili da parte di tutti i Comuni italiani, che sono poco meno di ottomila.

Il conflitto del 15-18 vide la partecipazione di numerosi giovani provenienti da tutto il Paese. Anche Acquafredda, nonostante le sue dimensioni ridotte, inviò molti suoi figli al fronte. La guerra causò enormi perdite, e la comunità di Acquafredda non fu risparmiata dalle tragedie: ben 31 soldati non fecero ritorno, un’intera generazione sacrificata sull’altare della patria.

Il sindaco di Acquafredda, Maurizio Donini, ha sottolineato l’importanza di preservare la memoria di coloro che hanno dato la vita per la nazione, evidenziando come iniziative come quella del circolo sardo biellese rappresentino un modo concreto per onorare il loro sacrificio.

Ricordare le vittime della guerra non significa solo volgere lo sguardo al passato, ma anche educare le nuove generazioni ai valori della pace e della solidarietà. Ogni pietra inviata al monumento di Biella diventa dunque un simbolo tangibile di unità nazionale, unendo idealmente tutti i comuni italiani nel ricordo dei loro caduti.

Il coinvolgimento della Sezione Combattenti e Reduci di Acquafredda, presieduta da Attilio Gandolfini, e del Gruppo Alpini di Acquafredda dimostra l’importanza che la comunità locale ha attribuito al progetto ispirato dai Sardi di Biella.

L’inaugurazione ufficiale della terza “posa” del monumento, che dovrebbe estendere il lastricato della memoria a circa un migliaio di pietre, inclusa quella di Acquafredda, è prevista per il 2025.

Iniziative come queste contribuiscono a mantenere viva la consapevolezza storica e a rafforzare il senso di appartenenza e identità nazionale, ricordando a tutti noi che la pace e la libertà sono frutto di un duro prezzo pagato dalle generazioni passate.

Tutte le pietre finora inviate a Biella dai Comuni italiani sono un segno tangibile di solidarietà che testimonia l’impegno a non dimenticare mai i tributi di vite umane, le atrocità e le carneficine che da sempre - e anche oggi - richiedono le guerre.

C.S. Su Nuraghe, Riccardo Pozzo

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