“La vittoria di Donald Trump? Non ha sorpreso la sua rielezione ma le dimensioni del suo successo: ha semplicemente stravinto le presidenziali 2024”. Parola di Filo Fiorani, investment banker di origini biellesi che, dal 2000, risiede nel New Jersey e lavora stabilmente a Manhattan.
In queste ore, ha assistito in presa diretta agli exit poll e all'esito delle votazioni che hanno rivisto il ritorno del tycoon alla Casa Bianca. “Ho fatto le ore piccole per vedere i risultati finali ma il trend sembrava piuttosto chiaro già verso la mezzanotte: è stato un trionfo per Trump – afferma Fiorani – La maggior parte dei commentatori e dei sondaggisti è rimasta spiazzata: in tanti avevano pronosticato un testa a testa, aperto e combattuto fino all'ultimo voto. Così non è stato”.
A New York e nel New Jersey, la maggioranza dei voti è andata ai democratici della sfidante Kamala Harris ma i numeri hanno rilevato un altro aspetto. “Pur avendo perso in queste zone, così come in California, Trump ha migliorato la sua performance e raccolto molte preferenze rendendo meno pesante il distacco dagli avversari – afferma - Manca ancora la piena ufficialità ma sembra che il Partito Repubblicano abbia ottenuto la maggioranza assoluta nei due rami del Congresso, Senato e Camera dei Rappresentanti. Un risultato eccezionale che permette al nuovo presidente di portare avanti la sua agenda politica con un buon margine di manovra”.
A cominciare dalla politica economica. “A detta di molti, proprio le manovre economiche di Joe Biden sono state una delle ragioni principali della sconfitta dei democratici. Lo scenario che si prospetta negli Stati Uniti dopo il voto non è molto chiaro ma tutto fa pensare che Trump porterà avanti il suo programma, con manovre economiche volte a favorire la crescita, come l'abbassamento della tassazione, la riduzione della regolamentazione e un maggior controllo all'inflazione che ha colpito i beni di prima necessità”.
Ma quali gli effetti, nel breve e lungo periodo, in Europa e in Italia? “È ancora presto per fare una previsione – sottolinea l'investment banker biellese – C'è sicuramente la questione dei dazi che non aiuta i paesi europei ma una cosa è certa: se ci sarà crescita in Usa, sarà un vantaggio per il sistema economico europeo e italiano. Inoltre, di fronte ad un'America più forte, potrebbero cambiare alcuni scenari internazionali e favorire il ritorno ad una stabilità geopolitica. Penso solo al conflitto russo-ucraino. Purtroppo il suo predecessore non ha preso posizioni chiare e nette su alcune questioni. Così facendo, l'impressione generale è stata di debolezza e disinteresse e molti stati ne hanno approfittato. Resta da vedere quali saranno i primi passi del nuovo presidente in politica estera, a cominciare dal ruolo della Nato, su cui è stato molto ambiguo. Solo il tempo ci dirà quale corso prenderanno gli Stati Uniti nei prossimi 4 anni”.