La cooperazione tra Italia e Francia vale 228 milioni. Fondi che rientrano nella programmazione Alcotra e che sono stati stanziati dall’Unione Europea fino al 2027 (80% dai Fesr, 20% per parte pubblica italiana) per sostenere le terre alte in innovazione, sfide ambientali, istruzione, servizi socio-sanitari. In più cultura e turismo.
Il punto è stato fatto a Gap dal Comitato di sorveglianza Alcotra tra i rappresentanti della grande cerniera transfrontaliera costruita attorno alle Alpi Latine, 6 milioni di abitanti e 46mila Kmq di territorio: il Piemonte, con la città metropolitana di Torino e la provincia di Cuneo, la Valle d’Aosta e la provincia d’Imperia per la Liguria, più cinque dipartimenti francesi, dalle Alpes Maritimes all’Haute Savoie.
L’assessore regionale alla Montagna Marco Gallo: «I fondi della programmazione Alcotra 2021-2027 sono lo strumento giusto per sostenere interventi a sostegno del tessuto economico e sociale delle terre alte. Se vogliamo rilanciare la grande area alpina tra Italia e Francia dobbiamo partire da strategie condivise. La sfida consiste nel dotarsi di una logica d'intervento integrata per determinare come abitare la ‘montagna del futuro’ nell’area transfrontaliera. Occorre puntare a una prospettiva sempre più a misura d’uomo, in cui coinvolgere non solo gli amministratori ma le comunità locali per renderle protagoniste del cambiamento come ci chiede l’Europa».
La due giorni ha preso il via convalidando i risultati del periodo 2014-2020. I numeri chiave: 217 milioni in fondi Fesr assegnati e 219 progetti finanziati su 311 presentati. Un terzo degli interventi ha ricadute in Piemonte. Tra i 72 progetti finanziati da Alcotra due dedicati allo scioglimento dei ghiacciai, Artaclim e Cclimatt. Il primo coinvolge l’Alta Savoia, la Savoia e l’area montana di Torino e punta a sviluppare strumenti e metodologie per studiare la vulnerabilità dei territori, definire indicatori climatici e formare personale pronto a gestire il clima che cambia. Il secondo ha come cuore le Alpi Marittime e coinvolge la provincia di Cuneo: per tre anni si sono studiati gli impatti sulle specie vulnerabili ed è stato creato un sentiero sul cambiamento climatico nelle Alpi del Sud. Ma la cooperazione transfrontaliera ha investito il plafond più importante – quasi la metà, 97,9 milioni – nell’attrattività del territorio puntando su tutela e valorizzazione del patrimonio, con un’attenzione particolare alla biodiversità. Su 79 interventi finanziati 31 sono in Piemonte. Quasi 30 milioni sono stati investiti per progetti di inclusione sociale per potenziare i servizi socio-sanitari e alla persona (15 su 32 sono stati presentati dal Piemonte). Nell’innovazione applicata sono stati spesi 25 milioni con particolare attenzione ai materiali ecosostenibili: sono piemontesi 7 progetti su 20 in totale.
Nel dettaglio, invece, la programmazione Alcotra che si concluderà entro il 2027 e che vale 228 milioni si svilupperà su tre filoni: i Pitter+, cioè i Piani integrati territoriali che puntano a individuare aree omogenee ai due lati delle Alpi (il Piemonte è coinvolto in tutti e cinque i progetti finanziati, dalle valli di Lanzo alle valli del Monviso, alla Val di Susa e al Pinerolese), i progetti singoli e i micro. Questi ultimi sono la novità: sostenuti con linee di intervento da 25 a 75 mila euro con procedure e monitoraggio semplificati, prevedono studi sulle “isole di calore” per ripensare lo spazio pubblico, progetti per ripulire le Alpi dai rifiuti di plastica lungo sentieri e mulattiere tra Italia e Francia, strategie per adattare le vigne – francesi e italiane – ai cambiamenti del clima. Ma Alcoltra è anche passaggio generazionale. Di qui un Consiglio ad hoc che si rinnova annualmente per formare i nuovi decisori di domani. Tra i quindici selezionati ci sono sei piemontesi: quattro torinesi (Francesco Bologna, Luigi Chiesa, Camilla Guidi, Claudia Spennacchio) e due cuneesi (Alessandro Dafarra e Arianna Riba).