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COSTUME E SOCIETÀ | 12 novembre 2024, 09:00

Con l’IA possono tornare a suonare insieme i Beatles?

È possibile brevettare la voce di un cantante?

Con l’IA possono tornare a suonare insieme i Beatles?

Con l’IA possono tornare a suonare insieme i Beatles?

L'innovazione tecnologica ha portato alla ribalta questioni giuridiche precedentemente inesplorate, e una di queste riguarda la brevettabilità della voce di un cantante. Questo argomento ha attirato l'attenzione non solo degli avvocati specializzati in proprietà̀ intellettuale, ma anche di cantanti, produttori e tecnici.

Differenza tra copyright e brevetto

Prima di addentrarci nel cuore della questione, è essenziale comprendere la differenza tra copyright e brevetto. Mentre il copyright protegge le creazioni originali come canzoni, film e libri, i brevetti proteggono invenzioni o processi nuovi e originali. Ad esempio, una canzone registrata da un cantante può essere protetta da copyright, ma ciò non significa che la voce stessa del cantante possa essere brevettata.

La voce come "invenzione"?

La voce di un cantante è un prodotto naturale, e come tale, non può essere considerata un'invenzione. Tuttavia, ci sono stati tentativi di proteggere le caratteristiche uniche della voce attraverso altre vie legali, come il diritto all'immagine o il diritto alla privacy.

Tecnologie di sintesi vocale e deepfakes

 Con l'avvento delle tecnologie di sintesi vocale e dei deepfakes, è possibile replicare con precisione la voce di una persona. Questa capacità ha sollevato preoccupazioni riguardo alla protezione della voce di individui famosi. Mentre la tecnologia utilizzata per creare una replica vocale può essere brevettata, la voce replicata in sé non può.

Alcuni affascinanti e sorprendenti esempi con la voce dell’indimenticabile Freddie Mercury, sono stati trattati in un precedente articolo qui:

https://it.linkedin.com/pulse/la-sintesi-perfetta-quando-lintelligenza-artificiale-incontra?utm_source=share&utm_medium=guest_mobile_web&utm_campaign=copy

Mentre la voce di un cantante non può essere brevettata, è essenziale per gli artisti essere consapevoli dei diritti associati alle loro voci e delle possibili violazioni, soprattutto nell'era digitale. La chiave potrebbe risiedere nella combinazione di copyright, diritto all'immagine e leggi sulla privacy per garantire una protezione completa.

Si pone un’ulteriore domanda:

Si può vendere un Deep Fake?

La risposta è ovviamente si, si può fare.

Basta chiamarla "canzone dei Beatles con la voce di Lennon riprodotta grazie all'Intelligenza Artificiale" perchè Deep Fake suona un po' male in effetti.

Però è di questo che si tratta.

I Deep Fake

Il Deep Fake è la tecnica con cui si possono ottenere foto, audio, video, di una persona che fa cose o dice cose o, nel nostro caso, canta, senza che quella persona l'abbia mai fatto realmente.

E' ancora possibile riconoscere un Deep Fake, che si tratti di immagini, video o audio, anche se la sfida diventa sempre più complessa con il miglioramento delle tecnologie. Ci sono vari elementi che possono essere analizzati per identificarli:

  1. Incongruenze nei dettagli visivi: Nei video o immagini Deep Fake, possono esserci anomalie nei dettagli del viso, come occhi, denti, orecchie, che appaiono innaturali o inconsistenti con il resto dell'immagine. Anche la pelle può apparire troppo liscia o uniforme, insomma, è tutto troppo perfetto.
  2. Movimenti innaturali: I movimenti del corpo o del viso, come ammiccamenti, sorrisi, o altre espressioni facciali, possono apparire innaturali o non sincronizzati con il discorso o il contesto del video.
  3. Incongruenze nell'audio: Nei Deep Fake audio, la voce può sembrare innaturale o potrebbero esserci discrepanze nella tonalità, nel ritmo o nella sincronizzazione con i movimenti labiali nel caso di video.
  4. Problemi di coerenza con il contesto: Gli sfondi o l'ambientazione nei Deep Fake possono presentare anomalie o non corrispondere logicamente con le azioni o il discorso della persona nel video.
  5. Riflessi e ombre: Gli effetti di luce, come riflessi negli occhi o ombre sul viso, possono non corrispondere con altre fonti di luce nell'immagine o nel video.
  6. Artefatti digitali: Nei Deep Fake possono essere presenti artefatti digitali, come sfocature, bordi irregolari o problemi di compressione, specialmente nelle zone di transizione tra il volto manipolato e il resto dell'immagine o video.

Gli elementi più difficili da smascherare sono quelli relativi ai miglioramenti nella generazione di espressioni facciali e movimenti molto naturali, così come la perfezione nell'imitazione delle voci nelle Deep Fake audio. Questi aspetti stanno diventando sempre più sofisticati grazie agli avanzamenti nell'intelligenza artificiale.

E, proprio quest'ultima categoria, ha raggiunto un livello di naturalezza e perfezione talmente elevato che è stato possibile addirittura riunire i Beatles per pubblicare un nuovo brano utilizzando la voce di John Lennon.

Come si fa?

In realtà non è neanche troppo complicato (e ci sono online piattaforme che offrono a chiunque la possibilità di "giocare" con le voci famose così come di creare il proprio modello vocale personalizzato.

E' necessario addestrare l'Intelligenza Artificiale facendole ascoltare audio della voce da clonare.

Ovviamente, più audio le si fanno ascoltare, migliore sarà il risultato.

Dagli audio target l'IA estrapola il timbro vocale, l'intonazione, l'enfasi, l'estensione e tutta una serie di caratteristiche specifiche di quella voce.

L'IA riesce quindi a creare un modello della voce che sarà poi sufficiente utilizzare per "sostituire" la voce della canzone che vogliamo farle cantare.

In questo modo nascono le Cover IA, peraltro alcune veramente belle e ben fatte.

Questo scatena la creatività di artisti e di fan che possono così realizzare il sogno di sentire il loro artista preferito (anche deceduto) cantare canzoni recenti o classiche o hit che, in realtà, non ha mai cantato.

Non è un campionamento della voce. Il campionamento, utilizzato da decenni, permette di registrare e incorporare parti di una canzone in un'altra, eventualmente modificandola con effetti vari o differenziandola dall'originale ma comunque di base resta un "copia e incolla".

Le possibilità creative si espandono ad un livello mai nemmeno immaginato: dagli omaggi ai proprio artisti preferiti alla creazione e commercializzazione di canzoni cantate da artisti non più in vita.

In ambito legale, la questione dei Deep Fake solleva numerose questioni, soprattutto per quanto riguarda il diritto d'autore e il consenso delle persone rappresentate. La vendita di contenuti Deep Fake, specialmente quando coinvolgono celebrità o individui defunti, naviga in acque legalmente complesse. La legislazione attuale sta cercando di stare al passo con queste nuove sfide, con alcuni paesi che hanno già introdotto norme specifiche per regolamentare l'uso e la distribuzione. È fondamentale rimanere informati su queste normative per evitare implicazioni legali, soprattutto se si considera di utilizzare Deep Fake a scopi commerciali.

Il Futuro

Ricordo di aver letto anni fa una previsione secondo cui sarebbe stato possibile, un giorno, far "rivivere" Marilyn Monroe facendola recitare in un nuovo film.

Ecco, la tecnologia non lo permette ancora, ma ci stiamo arrivando.

Per ora sono possibili limitate interazioni con personaggi famosi materializzati in forma di ologramma o con la versione ringiovanita di loro stessi ma ancora non si riesce a far tornare in vita un attore.

Ma prima o poi succederà.

Come società, dovremo trovare un equilibrio tra l'innovazione tecnologica e il rispetto per la memoria e l'identità degli individui. La regolamentazione gioca un ruolo cruciale in questo equilibrio, assicurando che le tecnologie emergenti come i Deep Fake siano utilizzate in modo responsabile e etico.

Stefano Facchin Esperto in IA Generativa e Digital Transformation

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