Un uomo di 51 anni Fatmir Isufi è morto sul lavoro presso il centro ricerche Smat in Corso Unità d'Italia, a Torino, al civico 235. Secondo quando riportano le forze dell'ordine l'incidente si sarebbe verificato intorno alle ore 20,30. Di origine albanese, ma residente ad Arcore (in provincia di Monza e della Brianza), operava per conto della ditta Palingeo Srl, con sede nel bresciano. Secondo le prime ricostruzioni l'uomo sarebbe rimasto schiacciato da un braccio di una gru, mentre stava eseguendo dei lavori su una vasca di pompaggio.
L'uomo sarebbe deceduto a seguito dell'impatto. Sul posto è intervenuto l'equipe medico sanitario per tentare di rianimarlo. Sul posto per i rilievi del caso i carabinieri e il personale dello Spresal oltre ai vigili del fuoco.
Lo Russo: "Una tragedia che lascia sgomenti"
Anche il sindaco della Città di Torino, Stefano Lo Russo, ha commentato l’accaduto: "Una terribile tragedia: ancora una volta una persona ha perso la vita svolgendo il proprio lavoro. Un drammatico incidente che lascia sgomenti, senza parole, e impone riflessioni su un lavoro che deve essere sicuro per tutti, sempre. Le mie più sentite condoglianze alla famiglia, è un tragico bilancio e le istituzioni devono alzare la soglia dell'attenzione".
Sicurezza e Lavoro: "Si allunga la scia di sangue nell'edilizia"
"A pochi giorni dal via delle Settimane della Sicurezza, in programma dal 2 al 18 dicembre 2024, in cui ricorderemo le sette vittime del rogo della ThyssenKrupp del 6 dicembre 2007 e i tre operai morti nella strage della gru di via Genova del 18 dicembre 2021, per la quale si celebrerà il prossimo 4 dicembre un’udienza del processo in cui Sicurezza e Lavoro è stata ammessa come parte civile, assistiamo nuovamente a una strage in un cantiere in cui è coinvolta una gru", è il commento di Massimiliano Quirico, direttore di Sicurezza e Lavoro.
"Mentre si allunga ancora la scia di sangue nell’edilizia torinese – afferma Quirico – non possiamo che stringerci ai familiari della vittima e alla comunità albanese e auspicare più controlli e maggiore rigore nella gestione dei cantieri, soprattutto di quelli in cui i committenti sono enti pubblici o aziende partecipate. Ci sono ancora troppi infortuni, troppe morti che riguardano l’utilizzo di macchine e di attrezzature da cantiere che si potrebbero evitare con una migliore organizzazione del lavoro, più formazione e un utilizzo consapevole delle tecnologie".
Come ricorda Quirico l'incidente è avvenuto a meno di due chilometri da via Genova dove tre lavoratori sono morti nel crollo della gru il 18 dicembre 2021. Quest’anno un altro lavoratore era morto nel montaggio di una gru nel Torinese, a Rivoli, il 5 febbraio 2024, in un cantiere in via Cesare Battisti.
Convocata una Commissione congiunta in Comune
"Alla luce del tragico incidente, esprimiamo la nostra solidarietà ai familiari della vittima e chiediamo agli organi inquirenti (Magistratura, SPRESAL…) di accertare quanto accaduto e di individuare eventuali responsabilità. Il continuo ripetersi di incidenti mortali nei posti di lavoro è il segnale di una non sufficiente attenzione alla sicurezza nei cantieri e nelle fabbriche", ha detto Claudio Cerrato, capogruppo PD al Comune di Torino. Che poi ha annunciato: "Abbiamo deciso, in accordo con il Sindaco e la Vicesindaca, di convocare il 27 novembre prossimo alle 11.30 una commissione congiunta tra la Terza, Prima e Sesta Commissione con la presenza della Vicesindaca e della dirigenza SMAT. È necessario un impegno collettivo per garantire che nessuno rischi la propria vita svolgendo il proprio lavoro".
Filctem Cgil: "Una mattanza che ha cause e responsabilità"
"Si tratta dell’ennesima morte sul lavoro: una catena infinita di vite spezzate - è il commento della Filctem Cgil - Una mattanza che ha delle cause e delle responsabilità. Perché nel nostro paese non si investe sulla cultura della sicurezza, i controlli sono ridotti al lumicino, la catena infinita di appalti e sub-appalti de-resposabilizza il committente, il lavoro irregolare prolifera."
"Dobbiamo smettere con la retorica della tragica fatalità, perché le responsabilità della politica – incapace di intervenire con serietà per arrestare questa scia di sangue – sono evidenti - continua il sindacato che rappresenta gli edili - Solo prevenendo, creando cultura della sicurezza e aumentando i controlli e quindi le risorse economiche dedicate, si può combattere realmente questa piaga, che sino ad oggi invece è stata – nei fatti – non solo consentita ma anche incentivata da scelte politiche che guardano solo al profitto anziché alla tutela della vita dei lavoratori."