Nel trimestre luglio-settembre la congiuntura industriale ha registrato una sostanziale stabilità nell’Alto Piemonte, con andamenti leggermente diversificati nelle quattro province che compongono quest’area.
A livello complessivo la produzione evidenzia una variazione del -0,2%, pressoché allineata alla media regionale, pari al -0,5%. Il dato di quadrante risente della forte contrazione del comparto tessile-abbigliamento (-8,1%), non compensata dalle migliori prestazioni di alimentare e bevande (+4,3%) e della chimica-gomma-plastica (+2,2%), con un risultato stazionario per il metalmeccanico (-0,1%).
L’andamento dei settori si riflette nelle dinamiche dei territori, legati alle specializzazioni produttive locali: Biella registra un dato ancora in ribasso (-3,4%), Vercelli appare stabile (+0,2%), mentre Novara e il Verbano Cusio Ossola esprimono incrementi modesti, rispettivamente del +1,2% e +1,5%.Per quanto riguarda il fatturato, invece, si riscontra un calo generalizzato: -1,6% è la diminuzione registrata a livello totale, con un -1,5% in riferimento al mercato interno e un -1,8% per quello estero. L’indagine del terzo trimestre 2024 ha visto complessivamente coinvolte 685 imprese, per un totale di oltre 25.000 addetti e un fatturato poco al di sotto dei 9 miliardi di euro.
«Il calo della produzione industriale, che a settembre Istat ha attestato per il ventesimo mese consecutivo, rappresenta una dinamica generalizzata dell’economia italiana, a cui si aggiunge la stagnazione del Pil» commenta Fabio Ravanelli, presidente della Camera di Commercio Monte Rosa Laghi Alto Piemonte. «A pesare, tra i vari fattori, vi sono la debolezza dell’Eurozona, in primis di Francia e Germania, nostri principali partner europei, e uno scenario mondiale ancora incerto, elementi che gettano ombre sulle previsioni future, quantomeno a breve termine. Tra i settori più in affanno vi è il tessile-abbigliamento, che a livello generale risente di un raffreddamento dei suoi mercati cruciali, con un impatto maggiore in quei territori, come il Biellese, che possiedono una forte vocazione produttiva. Occorre dunque agire per preservare la capacità competitività delle imprese e favorire il più possibile il recupero di consumi e investimenti».
FOCUS BIELLA
Nel terzo trimestre del 2024 il sistema manifatturiero biellese registra complessivamente un calo della produzione industriale, con marcate differenze tra i diversi comparti. In particolare nel periodo luglio-settembre 2024 la variazione della produzione industriale rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente è stata pari al -3,4%, dato che colloca Biella all’ultimo posto della graduatoria piemontese, con una media regionale attestata al -0,5%.Il periodo di crisi nel comparto tessile è un elemento comune a livello nazionale, penalizzando i territori che possiedono una forte vocazione produttiva, come quello biellese.
A registrare la flessione maggiore è la tessitura (-20,7%), seguita dal finissaggio (-9,7%) e dalla filatura (-7,3%). In evidente contrazione appare anche la metalmeccanica (-6,2%), mentre si registra un lieve incremento per le altre industrie manifatturiere (+1,6%), con una sostanziale stagnazione per le altre industrie tessili (-0,1%).Per quanto riguarda gli ordinativi, scende la domanda dal mercato interno (-2,4%) e, in misura leggermente minore, anche quella dal mercato estero (-1,7%), con marcate differenze tra i comparti e le classi dimensionali delle imprese.Segnali deboli anche per il fatturato, che registra una contrazione a livello totale (-3,8%), con cali sia per la componente interna (-3,6%) sia per quella estera(-4,2%).