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AL DIRETTORE | 23 novembre 2024, 09:25

Tra il serio e l'esilarante: il racconto di un lettore bloccato nel traffico di giovedì

"Vale per la prossima volta però, questa ormai è andata"

Tra il serio e l'esilarante: il racconto di un lettore bloccato nel traffico di giovedì

Tra il serio e l'esilarante: il racconto di un lettore bloccato nel traffico di giovedì

Buongiorno, 

condivido questi pensieri in libertà sulla recente nevicata e relativi disagi. 

Ho visto cose che voi umani...

Ieri ha nevicato, nel nostro territorio come in tutto il Piemonte. Si sapeva da giorni, grazie alla diffusione capillare di bollettini meteo sempre più dettagliati e precisi. Addirittura si sapeva a che ora sarebbe iniziata la nevicata, quanto sarebbe durata, quali le zone interessate, quanti i centimetri depositati al suolo. 

Lo sapevano i cittadini e lo sapevano gli amministratori pubblici, sindaci e presidenti di province e regioni. Ciononostante una decina di centimetri di neve sono bastati per mandare in tilt il traffico.

Sono partito dall'ufficio alle 17:30 e ho fatto rientro a casa alle 19:30. Due ore per fare una decina di chilometri, più o meno lo stesso tempo che avrei impiegato a piedi. 

Lungo il percorso non ho incontrato nemmeno un mezzo spazzaneve. Saranno passati prima, o dopo, mi son detto. 

Chiuso nell’abitacolo dell’auto, fortunatamente al caldo, “ho visto cose che voi umani non potreste nemmeno immaginarvi” solo che non stavo attraversando i bastioni di Orione, ero solo imbottigliato in Via Carso. 

Le strade erano effettivamente in condizioni disastrose. Tutte. Comunali, provinciali e statali. Eppure in giornata son passati a spargere il sale, dicono. Si vede che persino il sale non è più quello di una volta. Si pattinava anche con gomme da neve, figuratevi senza. Perché sì, come ogni anno c’erano auto, furgoni e camion senza pneumatici invernali. Pare che anche gli autobus del trasporto pubblico fossero sprovvisti di catene e, stando a quanto riportato dai media, proprio questi abbiano causato rallentamenti e code interminabili.

Comunque, bloccato in auto in attesa di conoscere il mio destino, riflettevo sulla situazione. Era già percepibile l’ondata di sdegno e di rabbia che di lì a poco si sarebbe abbattuta, via social, sui responsabili di questa “Caporetto” della viabilità. Era sufficiente guardare dentro gli abitacoli delle auto ferme a fianco della mia, gli schermi degli smartphone illuminavano i volti lividi di persone inviperite, che a testa bassa compulsavano i tasti del cellulare per esprimere, più o meno civilmente, la crescente indignazione. Alcuni di loro, distratti dall’impellente e incontrollabile necessità di denunciare i disservizi, rischiavano di provocare tamponamenti a catena, accorgendosi solo all’ultimo momento di dover frenare per evitare le auto ferme in coda. Un tizio di fianco a me, colto da crisi isterica, si è messo a suonare ininterrottamente il clacson per una decina di minuti, probabilmente attribuendo al pensiero magico la possibilità di risolvere la situazione. Per un attimo sono stato tentato di scendere dalla macchina e fargli notare che il suo comportamento, oltre a essere inutile, risultava fastidioso. L’ho guardato meglio. Troppo incazzato, e soprattutto troppo grande e grosso. Meglio lasciar perdere. 

Nel frattempo la situazione si è un po’ sbloccata, nel senso che si avanzava a passo d’uomo - chissà se si può ancora dire “a passo d’uomo” - e all’incrocio successivo ho avuto la malsana idea di cambiare percorso. 

È successa la stessa cosa che capita quando sei fermo in autostrada e cambi corsia, magicamente la fila che hai abbandonato si mette ad avanzare mentre quella che hai scelto si blocca. 

Fatta questa stupidaggine mi sono messo il cuore in pace e, dato che il tempo non mancava, ho provato anch’io a pensare a qualcuno a cui dare la colpa di questa débâcle. 

Stranamente, o forse no, i primi colpevoli che ho individuato sono i cittadini che, nel 2014, gioivano per quel pasticcio di legge che prometteva demagogicamente l’abolizione delle Province. L’unica cosa che ha abolito è stato il personale. Le Province, così come i loro amministratori, sono ancora lì, vive e vegete. Ciò che è scomparso, o è ridotto al lumicino, sono appunto i dipendenti e i servizi che questi ultimi garantivano ai cittadini. Da questo punto di vista l’esempio della manutenzione delle strade, con o senza neve, è emblematico, ed è paradossale che molti di quelli che consideravano quella legge un toccasana, convinti che i dipendenti pubblici fossero tutti fannulloni, adesso siano in prima fila a lamentarsi per le buche, per la neve, per la vegetazione fuori controllo, per i tombini intasati. Sono gli stessi che hanno fatto del mantra “la politica è tutto un mangia mangia” la loro ragione di vita. Quindi, a ben vedere, di questo e di altri casini siamo un po' tutti responsabili. Troppo comodo prendersela sempre solo con chi amministra.

Visto che la situazione non si sblocca e la coda procede sempre lentamente, ho tutto il tempo per individuare qualcun altro a cui attribuire la responsabilità di ciò che osservo fuori dal finestrino, e penso che in effetti, di fronte a un tale disastro, anche i sindaci non siano esenti da colpe. Mica tutti eh, per carità, se no torniamo al "magna magna " di prima. In ogni caso credo che alcuni di loro, di fronte alle lamentele  e ai disagi prodotti da questa "eccezionale" nevicata, non perderanno l'occasione per scaricare su altri la responsabilità dei disservizi. E indovinate un po' a chi daranno la colpa? Alla Provincia, avete indovinato! Dai, era facile, non avete vinto niente. Comunque, sgommando e controsterzando, fra un pensiero e l'altro si son fatte le sette e mezza e sono finalmente arrivato a casa, sano e salvo. Qui, come volevasi dimostrare, a nevicata ancora in corso è iniziato lo scaricabarile via social da parte dei primi cittadini.

Inutile postare fotografie che dimostravano come anche le strade comunali fossero tutt'altro che pulite. Mi è tornato in mente ciò che alcuni amministratori paventavano durante la campagna elettorale, ovvero la possibilità, anzi la necessità, dicevano, di assumersi la competenza dei pochi chilometri di strada ancora gestiti dalla Provincia di Biella. Sostenevano che così, sotto il controllo comunale, la situazione sarebbe migliorata. Di fronte ai rilievi di chi gli faceva notare che gravarsi di tali oneri, senza peraltro averne l'obbligo, fosse quantomeno azzardato, rispondevano che il loro Comune "è perfettamente in grado di acquisire e manutenere qualche chilometro di strada in più".

Dicevano queste cose con convinzione, senza alcuna ironia. Chissà se ieri sera questi amministratori, come me e come molti altri, erano a loro volta bloccati in mezzo alla neve. Nel caso, avranno avuto tutto il tempo per riflettere, magari mordendosi la lingua per certe dichiarazioni azzardate. Comunque c'è sempre tempo per migliorare, magari impegnandosi a pianificare meglio le manutenzioni e gli interventi che già ora sono di competenza comunale, senza andare a "caricarsi di legna verde", come dicono dalle nostre parti.

Vale per la prossima volta però, questa ormai è andata.

Marco Ganni

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