ECONOMIA - 02 dicembre 2024, 16:51

Torino e il Piemonte, terra di multinazionali: sono 1.300 le aziende straniere. E hanno grandi progetti

Si tratta del 10% del totale operante in tutta Italia: la nostra regione è la terza in una graduatoria nazionale. L'83% pianifica già il prossimo triennio

Torino e il Piemonte, terra di multinazionali: sono 1.300 le aziende straniere. E hanno grandi progetti

Piemonte terra di multinazionali: lo dice l'ultimo report di Confindustria che registra ben 1.300 aziende estere sul nostro territorio, pari al 10% del totale nazionale. In tutto sono 4.381 le unità locali e ben 150mila gli occupati: valori che posizionano il Piemonte al terzo posto in Italia per imprese a controllo estero.

Progetti per il futuro

E non si tratta di una presenza passeggera: secondo un'indagine di Unioncamere Piemonte e Camera di Commercio di Torino, infatti, l’83% delle multinazionali estere presenti in Piemonte vogliano confermare la presenza per il triennio in corso (2024-2026). Il 12% vuole ampliare o diversificare mentre soltanto il 3% intende alleggerire o riconfigurare la presenza sul territorio piemontese. Il 2% ha intenzione di chiudere l’attività.

Per competere a livello globale, l’Italia deve presentarsi come un Paese unico, capace di esaltare le sue eccellenze regionali all’interno di una strategia unitaria e condivisa - commenta Barbara Cimmino, vicepresidente all’export e all’attrazione degli investimenti esteri di Confindustria - I territori rappresentano una risorsa essenziale, ma è altrettanto cruciale integrarli in una visione nazionale ed europea. Questo approccio è indispensabile per rafforzare la nostra identità come membro autorevole dell’Unione Europea e destinazione privilegiata per gli investimenti esteri, che già contribuiscono al 21% del fatturato nazionale e al 35,1% delle esportazioni. Solo un coordinamento efficace tra livelli istituzionali e politiche industriali può valorizzare appieno le potenzialità del Paese, permettendo di affrontare le transizioni digitali e verdi e di attrarre capitali e competenze globali, fondamentali per il nostro futuro economico”.

Dobbiamo valutare le esperienze di successo e le opportunità di miglioramento, per farle confluire nei progetti futuri. Allo stesso tempo occorre interrogarsi – spiega Pierpaolo Antonioli, da settembre presidente della Commissione Multinazionali di Confindustria Piemonte - sui contenuti dei futuri Protocolli d’intesa lavorando con la Conferenza delle Regioni e delle province autonome per arrivare alla firma di un documento condiviso che dia le linee generali per tutti i territori. Questo programma a livello locale si deve declinare in progetti operativi con scadenze definite e piani ambiziosi ma raggiungibili”.

Spinta e traino

Avere multinazionali sul territorio, peraltro, rappresenta anche uno stimolo e allo stesso tempo un traino per l'intero sistema. "Il Piemonte, da sempre terra di industrie e di imprenditori, ha saputo attrarre negli anni numerose realtà multinazionali, che hanno scelto di investire nel nostro territorio, portando con sé know-how, tecnologie avanzate e nuove opportunità di sviluppo. Queste aziende rappresentano un motore fondamentale per la nostra economia, generando occupazione di qualità, favorendo l'innovazione e contribuendo a rafforzare la nostra competitività a livello internazionale", sottolinea Dario Gallina, presidente Camera di Commercio di Torino e Vice Presidente Unioncamere Piemonte.

Fatturato in salita, ma anche occupazione

L’analisi di Unioncamere Piemonte e la Camera di Commercio di Torino, il 48% delle multinazionali intervistate ha dichiarato di aver aumentato il fatturato nel 2023 rispetto al 2022, il 29% ha aumentato il personale, tre multinazionali su quattro hanno effettuato investimenti nella nostra regione nel triennio 2021-2023. Questa incidenza scende però a meno di 1 su 3 se si guarda al campione di imprese manifatturiere. Il 67% del fatturato è generato dalla domanda domestica (il 15% al Piemonte), il 20% dall'Europa e il 13% dal resto del Mondo.

Infrastrutture e burocrazia

Sempre dall’analisi condotta dal mondo camerale, tra i principali punti di forza emergono la qualità della vita, la presenza di poli logistici intermodali e di stoccaggio merci, la disponibilità di infrastrutture per l’ICT, la posizione geografica e la qualità del sistema formativo. Le procedure burocratiche rappresentano la principale criticità, seguite dalla disponibilità di incentivi pubblici adeguati e da un mercato del lavoro poco flessibile.

Infine, oltre una multinazionale su due valuta utile o molto utile il supporto per l’identificazione di incentivi, poco meno di una su due vorrebbe ricevere supporto per trovare il personale di cui ha bisogno, mentre il 16% chiede supporto per procedure di rilascio di visti.

c.s.red.torino, s.zo.