"Quando mio marito non sta bene andiamo al pronto soccorso, senza medico non abbiamo altra scelta". "Non ho il medico neppure per stare a casa dal lavoro in caso di malattia". "Quando vado all'ambulatorio distrettuale trovo sempre un medico diverso che non conosce la mia storia clinica".
Sono soltanto alcune delle testimonianze dei cittadini della Valsessera raccolte mercoledì dal TG3 arrivato a Pray con una troupe. Un centinaio si sono trovate nell'area commerciale del paese. C'erano pensionati ma anche lavoratori. Da fine mese 1800 pazienti rimarranno senza medico. Un altro migliaio sono già senza un punto di riferimento.
All'incontro c'erano anche i sindaci del territorio. "I medici non ci sono - ha spiegato Paolo Setti, primo cittadino di Coggiola -. Tenere la laurea di medicina a numero chiuso ha portato a questa situazione. Per di più i dottori oggi devono stare dietro a questioni burocratiche assurde e non riescono più a visitare". Stessa linea per Fabrizio Calcia Ros di Portula: "Le soluzioni ci sono ma vanno fatte funzionare. Servono più numeri per prenotare gli ambulatori distrettuali e dobbiamo avere un centro medico qui in Valsessera".
Il riferimento è il poliambulatorio di Coggiola dove tempo fa si era parlato di telemedicina. Ma di fatto il progetto non è mai partito. E anche il servizio di teleconsulto attivato dalla farmacia di Portula è fermo da mesi. Funzionava anche: il paziente si recava in farmacia e trovava l'infermiera di comunità che prendeva i dati, poi c'era il collegamento telematico con un medico che conduceva la visita a distanza. Ma la dottoressa è andata in pensione e quindi il servizio è fermo.