Una persona reale che compie un’impresa straordinaria o storica può diventare, spesso dopo la sua dipartita da questo mondo, il protagonista di un libro, di un film, di un cartone che rievocano ciò che l’ha resa degna di essere celebrata e ricordata.
Allo stesso modo un personaggio immaginario nato sulla carta, sia essa scritta o disegnata, può essere interpretato da una persona reale che rende la sua storia molto più realistica (vedi, ad esempio, gli innumerevoli film con protagonisti dei supereroi).
L’Uomo Tigre sfugge a questa regola.
Lo ricordate, no? Solitario nella notte va, se lo vedi gran paura fa… (mitica sigla dei Cavalieri del Re).
La serie di cartoni animati che arrivò in Italia negli anni ‘80 rappresenta ancora oggi un unicum nel campo dell’intrattenimento proveniente dal Giappone.
Innanzitutto era violento, ma violento per davvero. Altro che robottoni giapponesi! Il protagonista era un lottatore di catch (così, all’epoca, veniva chiamato il wrestling), prima malvagio, poi redento, coinvolto comunque in incontri zeppi di colpi proibiti, visi sfregati sulle corde del ring, schizzi di sangue, mosse mortali.
Contro di lui non ci furono le sommosse popolari di genitori scandalizzati dalla violenza che c’erano state anni prima per Mazinga e similari. Nessuna interrogazione parlamentare. Forse perché le reti private ci avevano già abituato al catch vero, recitato ma realistico.
Ecco, tornando al discorso iniziale, l’Uomo Tigre è l’unico personaggio immaginario che ha generato una propria rappresentazione vivente, non in un film o in un’altra opera di finzione, ma proprio nella realtà.
Nacque un lottatore di catch di nome Tiger Mask, vestito e mascherato proprio come il personaggio del cartone. Gareggiava con gli altri atleti, quelli veri, come Antonio Inoki, Hulk Hogan, Giant Baba, Dynamite Kid…
In gergo questa trasposizione, i cui scopi più che sportivi sono soprattutto economici, si chiama gimmick.
Insomma, il lottatore Tiger Mask, senza il suo sosia di fantasia (che da noi arrivò in cartoni, ma era dagli anni sessanta protagonista di un manga), non sarebbe mai esistito.
La storia del catch conta ben 5 Tiger Mask. Il primo, il più premiato e leggendario, è stato Satoru Sayama.
Satoru Sayama, il primo Tiger Mask
Come abbiamo detto, l’operazione nasce come pubblicitaria, ma le capacità atletiche e soprattutto le vittorie di Sayama furono autentiche (sempre in proporzione a quanto può essere autentico un incontro di questo sport).
Alcune delle migliori prestazioni del primo Tiger Mask in spezzoni d’epoca
Dopo il ritiro di Sayama, altri 4 atleti indossarono, uno dopo l’altro, la maschera della tigre: Mitsuharu Misawa (Tiger Mask II), Koji Kanemoto, Yoshihiro Yamazaki e Kōta Ibushi, Nessuno riuscì però a emulare le gesta del loro predecessore.
Tornando al cartone, per i più smemorati, una breve sinossi: Naoto Date, l’Uomo Tigre, lottatore allenato dall’associazione (più a delinquere che sportiva) denominata “Tana delle tigri”, decide un giorno di devolvere i compensi derivati dalle sue vittorie, non alla Tana stessa (come aveva accettato di fare a inizio carriera), ma a un orfanotrofio. All’associazione ovviamente questa sua scelta non piace, per questo lo condanna a morte. Gli manda contro, uno ad uno, in ogni puntata, per diversi incontri, tutti i suoi lottatori cattivissimi e sleali. L’eroe li sconfigge senza mai usare scorrettezze che possano dare il cattivo esempio ai bambini orfani suoi protetti. Naoto Date, dopo tante battaglie, morirà per strada, nel tentativo di salvare un bambino che sta per essere investito. Anni dopo, a ostacolare la rinata Tana delle tigri, arriva l’Uomo Tigre II. Sotto la maschera stavolta c’è Tatsuo Aku. Da bambino ha vissuto proprio nell’orfanotrofio frequentato da Naoto. Ovviamente anche lui esce vittorioso da tutti gli incontri.
L’Uomo Tigre II
La storia narrata nel manga originale di Ikki Kajiwara differisce in alcuni punti dalla serie animata, ma il risultato non cambia.
A fine novembre, la Panini ha pubblicato il primo di sette volumi di una nuova edizione dell’opera.
La copertina del primo volume della nuova edizione del manga dell’Uomo Tigre (Panini)
Alcune vignette tratte dal manga
Invece, per i nostalgici, la serie animata è disponibile su Prime.