Proseguono le visite al Presepe Meccanico di Fratel Amilcare presso la Casa di Riposo Istituto Belletti Bona, (via Belletti Bona 20 – Biella), in occasione del 110° anniversario della nascita del suo creatore.
Una storia di passione, ingegno e fede Appassionato di presepi sin da bambino grazie ai racconti della madre, Fratel Amilcare (al secolo Pietro Repetto) si dedicò sempre alla loro creazione. Dopo aver completato gli studi presso la Congregazione dei Fratelli di Grugliasco (TO), dove già lo si vedeva all’opera, dal 1938 al 1948 fu insegnante a Tripoli, in Libia. Qui, ogni Natale allestiva il presepe coinvolgendo i suoi alunni e le loro famiglie. Il loro entusiasmo e il successo del progetto spinsero Fratel Amilcare a fare sempre di più e meglio.
Fu in questi anni che ideò il suo primo movimento meccanico, quello della monetina, che consentiva l’apparizione degli angeli per un minuto esatto. Sempre di quel periodo, grazie anche al confronto con altri confratelli, approfondì i suoi studi per la realizzazione del passaggio della luce dal giorno alla notte, il funzionamento del marchingegno ad acqua salata per l’accensione delle luci (una versione originale è esposta nella sala del Belletti Bona), la caduta della neve e il fondamentale e innovativo movimento del braccio, che rendeva più naturali i gesti dei personaggi. I pezzi più antichi dell’attuale presepe risalgono proprio al 1938. Trasferito a Biella presso l’Istituto La Marmora nel 1950, Fratel Amilcare cominciò a costruire un nuovo presepe con l’obiettivo di ampliarlo, aggiungendo nuovi particolari ogni anno.
Solo dal 1965, con il trasferimento definitivo a Biella, il progetto poté proseguire stabilmente. Ogni Natale, nella mensa dell’Istituto e con l’aiuto di confratelli, allievi, ex-allievi e affezionati collaboratori, Fratel Amilcare allestiva il suo presepe. Un’opera che richiedeva mesi di preparazione – lui stesso, ancora insegnante, dedicava numerose ore alla realizzazione delle singole statuine – e che attirava un numero sempre maggiore di visitatori di tutte le età e non solo biellesi. All’Epifania, il presepe veniva smontato e, pezzo dopo pezzo, riposto con cura in solaio. Un ciclo completo dura circa sei minuti e mezzo, suddiviso in quattro momenti: aurora, giorno, sera e notte, con l’apparizione degli angeli e la caduta della neve. Le scene del presepe rappresentano momenti di vita quotidiana: donne che lavano, filano, cullano i bambini, e uomini intenti nei lavori manuali. Per il suo presepe, Fratel Amilcare traeva ispirazione un po’ ovunque: per esempio, il movimento dell’acqua fu ispirato da un’opera vista presso i Fratelli delle Scuole Cristiane a Pompei.
Sempre presente durante il periodo di apertura, Fratel Amilcare era particolarmente amato per la sua generosità nel condividere i segreti dei suoi meccanismi, permettendo a chiunque fosse interessato di scoprire l’ingegnosità del suo lavoro. Nel 2001, all’età di 87 anni, Fratel Amilcare manifestò l’impossibilità di continuare questo faticoso impegno. Fu grazie all’intervento dell’Istituto Belletti Bona e alla generosità dei coniugi Fernando e Anna Savio che il presepe fu trasferito nella sala attuale, dove è esposto in forma permanente