ATTUALITÀ - 18 gennaio 2025, 06:50

Infortuni Mortali sul Lavoro: Piemonte in zona gialla, Biella tra le più sicure

I dati si riferiscono nel periodo compreso tra gennaio e novembre 2024 e sono elaborati dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente di Vega Engineering a partire dai dati ufficiali INAIL.

Infortuni Mortali sul Lavoro: Piemonte in zona gialla, Biella tra le più sicure

Tra gennaio e novembre 2024, l’Italia ha registrato oltre 1.000 vittime sul lavoro, con un aumento del 3,3% rispetto allo stesso periodo del 2023. Tuttavia, secondo i dati elaborati dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente di Vega Engineering a partire dai dati ufficiali INAIL aggiornati al 30 novembre 2024, risulta come una delle province con i dati meno allarmanti all’interno di un contesto drammatico, dove dal 1 gennaio al 30 novembre 2024, non si sono infatti verificati infortuni mortali sul lavoro. Questo risultato colloca la provincia al 105° posto su scala nazionale con Enna e Pistoia, per indice di incidenza, una posizione che riflette una particolare attenzione rivolta alla sicurezza dei lavoratori.

Il resto del Piemonte, però, presenta una situazione più variegata. Tra le province della nostra regione Asti registra sei decessi su 90.000 occupati, posizionandosi al quinto posto nella classifica nazionale per incidenza di infortuni mortali. Seguono Vercelli (ventottesima), Alessandria (45° posto), Cuneo (55° posto), Verbano-Cusio-Ossola (56° posto), Torino (82° posto) e Novara (92° posto).

La regione Piemonte è stata inserita nella cosiddetta “zona gialla” secondo l’Osservatorio Vega, con un’incidenza di casi complessiva inferiore alla media nazionale. Le regioni più pericolose per i lavoratori risultano essere Basilicata, Valle d’Aosta, Umbria, Trentino – Alto Adige, Campania, Sardegna e Sicilia mentre le più sicure Marche e Veneto. 

Il settore delle costruzioni si conferma il più pericoloso a livello nazionale, con 147 decessi, seguito dai trasporti e magazzinaggio (99) e dalle attività manifatturiere (94). A livello demografico, le categorie più vulnerabili includono i lavoratori stranieri, che registrano un tasso di mortalità più che doppio rispetto agli italiani (69,1 contro 26,7 decessi ogni milione di occupati) e gli over 65 che risultano i più esposti agli infortuni mortali sul lavoro.

Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Vega, sottolinea l’importanza della prevenzione e di controlli più stringenti come elementi fondamentali per ridurre un fenomeno che colpisce soprattutto i lavoratori più anziani e i settori ad alto rischio. La cultura della sicurezza deve essere promossa dallo Stato, oggi più che mai.

E il resto dell'Italia?

Nel dettaglio, a finire in zona rossa a fine novembre 2024 con un’incidenza superiore al +25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 31,0 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori) sono Basilicata, Valle d’Aosta, Umbria, Trentino-Alto Adige, Campania, Sardegna e Sicilia.

In zona arancione: Molise, Puglia, Emilia-Romagna e Calabria.

In zona gialla: Liguria, Abruzzo, Lazio, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e Toscana.

In zona bianca: Veneto e Marche.

Maria Camilla Toffetti