Riceviamo e pubblichiamo:
“La terza e la quarta settimana di gennaio quando le temperature sono rigide e l’inverno si manifesta da sempre sono il panorama che al Corpo degli Alpini ricorda ciò che avvenne più di 80 anni fa nelle gelide steppe russe. 227.000 uomini facenti parte del Corpo d’Armata italiano (Armir) impegnati in una battaglia che decise i destini del secondo conflitto mondiale sul fronte Orientale.
Il Corpo d’Armata Alpino composto dalle divisioni Julia, Tridentina e Cuneense lottò contro forze soverchianti e contro l’avversità di un clima particolarmente impietoso per poter tornare in Italia a riabbracciare i propri cari. Furono scritte pagine di gloria, di impegno che diedero l'appellativo a quei militari di compiere lo straordinario come fosse l’ordinario. La follia di quel conflitto non fece però perdere a quei ragazzi il loro coraggio, la loro abnegazione, il loro impegno e l’attaccamento a quei valori che hanno sempre contraddistinto il Corpo degli Alpini.
Nikolajewka (26 gennaio) ne fu il simbolo indissolubile, riuscirono a spezzare l’accerchiamento e con la forza di volontà a raggiungere l’obiettivo del ritorno a baita. 74.800 uomini chiusero la loro esperienza terrena su quelle terre. A loro dobbiamo il ricordo e la memoria rappresentano il nostro Dna alpino”.