ATTUALITÀ - 01 febbraio 2025, 12:14

Emergenza climatica, se n'è parlato all'Itis con Roberto Mezzalama

Mezzalama, biellese classe 1966, una laurea in Scienze naturali a Pavia e Master in Ingegneria ambientale al Politecnico di Torino, è dirigente di una società internazionale di consulenza ambientale, dove ha diretto studi sull’ambiente legati alla realizzazione di infrastrutture in vari Paesi in Europa, Asia centrale e Africa.

Emergenza climatica, se n'è parlato all'Itis con Roberto Mezzalama

“La crisi ambientale: cos’è e come affrontarla”: è questo il titolo della conferenza tenuta all’Itis nella mattinata di giovedì 30 gennaio dal dottor Roberto Mezzalama, destinatarie le classi quinte dell’Istituto.

Mezzalama, biellese classe 1966, una laurea in Scienze naturali a Pavia e Master in Ingegneria ambientale al Politecnico di Torino, è dirigente di una società internazionale di consulenza ambientale, dove ha diretto studi sull’ambiente legati alla realizzazione di infrastrutture in vari Paesi in Europa, Asia centrale e Africa. Per oltre dieci anni ha collaborato con l’Università di Harvard, ed è stato inoltre Consigliere di amministrazione del Politecnico di Torino; attualmente è professore a contratto al Corso di laurea di Economia ambientale dell’Università di Torino. Per i tipi di Einaudi ha pubblicato, nel 2021, il volume Il clima che cambia l’Italia. Viaggio in un Paese sconvolto dall’emergenza climatica. É inoltre autore di decine di articoli scientifici e di divulgazione.

Durante l’incontro, Mezzalama ha illustrato i mutamenti climatici che per motivi naturali hanno interessato il pianeta nel tempo, concentrandosi poi sulle responsabilità dell’uomo nella produzione dei gas serra, in particolare CO2: ad essi si deve l’incremento della temperatura media della Terra che, in assenza di drastiche riduzioni delle emissioni, entro fine secolo aumenterà di 3°C, con conseguenze su vivibilità e conservazione delle biodiversità potenzialmente catastrofiche.

“Tutta questa CO2” – ha affermato Mezzalama – “proviene dal ricorso a combustibili fossili quali petrolio, carbone e gas operato dall’uomo a partire dalla metà dell’Ottocento; a ciò si aggiungono le pesanti opere di deforestazione, che nel tempo hanno privato il pianeta dei suoi polmoni naturali. Le responsabilità storiche di tutto questo - assai importanti visto che la CO2 resta in atmosfera oltre cent’anni - vedono gli Stati Uniti come il principale imputato, seguito dalla Cina, che oggi è il principale emettitore, e via via da altri paesi.”

Partendo dalla considerazione che comunque il mutamento climatico è in atto, il relatore ha poi affermato che sarà necessario, da una parte, pensare a dei piani di adattamento e dall’altra a strategie di mitigazione, come puntare sulle energie rinnovabili, sul trasporto pubblico e sulla riduzione dei consumi.

“Ma non sarà facile, specie in Italia” – ha continuato Mezzalama – “anzitutto perché il fabbisogno nazionale non può essere colmato dalle rinnovabili senza aumentare drasticamente l’efficienza energetica ed inoltre perché, da noi, la transizione ecologica registra sempre, specie a livello di comunità locali, le resistenze della politica.

Resta poi da considerare la questione del nucleare: al di là delle valutazioni ambientali e di sicurezza, l’Italia non possiede, al contrario di Francia, Canada, Usa, Russia e altri paesi, una propria tecnologia per i reattori, né tantomeno il combustibile, e sarebbe pertanto obbligata a dipendere fortemente dall’estero. E sempre dall’estero, specie dalla Cina, già dipendiamo per le auto a motore elettrico, perché scontiamo il completo disinteresse a suo tempo mostrato dalla Fiat per questa tecnologia.”

Da argomentazioni e dati forniti durante la conferenza è poi apparso chiaro che, se da una parte il clima non potrà tornare come prima, dall’altra vi sono già oggi le conoscenze e le risorse economiche per affrontare con successo la gran parte delle sfide poste dalla crisi climatica.

“Però le cose bisogna farle, e pure in fretta – ha concluso Mezzalama -, ma manca la volontà politica di cambiare la situazione. Quella volontà dovete metterla voi ragazzi, perché siete il futuro. E anche perché, purtroppo, vi troverete a dover affrontare problemi che la mia generazione non ha conosciuto, ma che certamente ha contribuito a creare.”

Ufficio Comunicazione e Relazioni esterne Itis “Q. Sella”, s.zo.