La Valle Cervo diventata casa e luogo del cuore nonostante 34 traslochi («Poi ho smesso di contarli...»), il legame profondo con Elvo Tempia, un’esperienza di decenni ma lo sguardo ancora al futuro e alle applicazioni che la tecnologia offre alla scienza e alla medicina: Silvia Marsoni ha parlato di tutto questo all’appuntamento di martedì sera a palazzo Gromo Losa al Piazzo. A riportarla davanti a un microfono nella terra che ha anche amministrato, da prima presidente della Provincia di Biella, è stato il Fondo Edo Tempia in occasione della giornata mondiale contro il cancro che cade ogni anno il 4 febbraio.
Silvia Marsoni, oggi ricercatrice all’Ifom, l’istituto di oncologia molecolare, si è raccontata a cuore aperto davanti alla platea riunitasi nella dimora messa a disposizione dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, a cominciare dalle sue origini: «Non sono del tutto biellese» ha rivelato. «Mio padre è veneziano e lì sono nata e cresciuta. Ma oggi vivo a Quittengo, in quella valle Cervo che è terra di migranti ma che è come se attirasse a sé con una sorta di elastico emotivo. Quando rientro stanca morta dalle giornate a Milano, arrivo in valle e sento lo scrosciare d’acqua del Cervo e del rio Quittengo. È il momento in cui mi sento davvero a casa».
Biella e il Biellese significano anche il rapporto con Elvo Tempia, «un uomo che aveva davvero lo sguardo rivolto al futuro» ha raccontato, rispondendo alle domande dell’intervistatrice Paola Guabello. «Le sue idee oggi appaiono banali, ma erano sempre rivoluzionarie. Penso alla biblioteca medica, così preziosa in anni in cui non c’era internet, al primo programma di screening d’Italia, all’assistenza domiciliare per i malati terminali. Per lo screening c’era il problema della distanza dal capoluogo: fece montare un mammografo su un camion. Quarant’anni fa era qualcosa di pazzesco». Marsoni ha dato la misura delle iniziative di Elvo Tempia e del Fondo di quell’epoca: «Erano sempre un prototipo che, dopo aver funzionato a Biella, potevano essere applicate dal servizio sanitario nazionale».
E su “Gim”, il ricordo si fa tenero e appassionato: «Cambiò il paradigma. Le fondazioni vivono di grandi donatori che spesso lo fanno per essere ricordati. Elvo Tempia diceva sempre di voler essere ricordato per quello che lasciava al territorio. La gente di Biella donava e lui restituiva». Tra le idee rivoluzionarie di quell’epoca ci fu anche l’apertura alla ricerca medico-scientifica. «Ricordo» ha rivelato Marsoni «quando ne fece cenno ai vertici di Airc, l’associazione per la ricerca sul cancro. La reazione fu: “A Biella? E perché mai?”. Nonostante la disapprovazione plateale Tempia andò avanti e i risultati si vedono oggi, che Biella è diventata un polo per la ricerca sul cancro». Lo è anche per il progetto Sagittarius, l’ultima iniziativa di Silvia Marsoni legata al tumore al colon e che cerca di rispondere a una domanda: «Non si muore per il tumore ma per le metastasi. Come individuare il carcinoma che non è metastatico e che non ha quindi bisogno di altre terapie dopo la chirurgia?». Lo sguardo al futuro è qui, nella sfida per arrivare a cure sempre più personalizzate sulle caratteristiche dei pazienti ma anche all’uso dell’intelligenza artificiale, «che è quasi magia. L’anatomopatologo spesso non estrae che il 5 per cento delle informazioni disponibili da un campione di tessuto tumorale. Quello stesso vetrino, passato all’esame dell’intelligenza artificiale, consente di applicare modelli matematici sull’analisi dei colori dei piccoli pixel che compongono la fotografia e di darci molti dati in più».
Marsoni, in questo progetto, si è definita «la cioccolata che tiene insieme le due metà di un bacio di dama, la ricerca clinica e quella pura». Biella è tra le aziende sanitarie che forniscono dati al progetto Sagittarius, come ha spiegato il direttore di oncologia Francesco Leone, mentre Giovanna Chiorino che dal primo giorno è alla guida del laboratorio di genomica (quello che Tempia “impose” ad Airc) ha raccontato il lavoro su un altro progetto di ricerca sul tumore della prostata. L’appuntamento, voluto dal Fondo Edo Tempia e introdotto dalla sua vicepresidente, e presidente della Fondazione Tempia, Viola Erdini, è stato organizzato insieme a Fondazione Cassa di Risparmio e Asl di Biella. Il vicepresidente della commissione sanità in consiglio regionale Davide Zappalà ha portato il suo saluto. L’Accademia Perosi ha colorato di musica la serata grazie agli intermezzi di Sofija Vasecka, giovane violinista lituana e allieva della scuola del Piazzo.