Ormai è evidente ai più, che si tratti di addetti ai lavori o di semplici “osservatori attenti”. Il mondo della scuola, in Italia, è sempre più ingiusto e discriminatorio.
La divisione tra docenti di serie A e di serie B sembra non solo netta, ma anche insanabile. E dire che si tratta di insegnanti che spesso lavorano insieme, gomito a gomito, ma sono trattati dal Ministero competente in modo drammaticamente differente.
Da una parte ci sono gli insegnanti di ruolo (quelli di serie A, comunque sottopagati rispetto alla stragrande maggioranza dei colleghi europei), dall'altra i tanti precari (quelli di serie B). Poi, in una sotto-categoria a sé, ci sono gli idonei... Ovvero quei docenti che hanno partecipato ad un concorso, nello specifico quello legato ai progetti PNRR, il cosiddetto PNRR1, non lo hanno vinto, ma sono stati inseriti in una graduatoria di idoneità.
Tutto ciò in barba al sempre millantato “merito”, di cui il Governo di destra in carica non fa altro che riempirsi la bocca, tanto da aggiungerlo a bella posta anche nel nome del dicastero (Ministero dell'Istruzione e del Merito).
Ad ingrossare le fila di precari e idonei ci sono docenti che insegnano da anni con contratti a tempo determinato e che, legittimamente, cercano di stabilizzare la loro posizione lavorativa. Uomini e donne della scuola non certo alle prime armi, che vengono selezionati attraverso procedure concorsuali opache, fatte di quiz a crocette.
Nel 2023, in attuazione degli accordi Italia-Unione Europea nell’ambito dei progetti legati alla ripresa e resilienza dei Paesi membri, è stato indetto il PNRR1, un concorso per l’assunzione a tempo indeterminato di 30.216 docenti, di cui 21.101 comuni e 9.115 di sostegno. Migliaia di insegnanti hanno partecipato alle prove e la maggior parte di loro le ha superate, ottenendo l’idoneità.
I vincitori, in considerazione del punteggio in graduatoria, hanno ottenuto l’assegnazione di una cattedra, ma tutti gli altri sono stati scartati, senza che sia stato loro comunicato un valido motivo.
E qui emerge una delle prime anomalie: tutti i partecipanti, infatti, sono stati informati del loro punteggio e hanno avuto la possibilità di confrontarlo con quello dei colleghi, ma a fronte di un risultato uguale, o addirittura superiore a quello dei vincitori, molti di loro sono stati scavalcati. Sono i cosiddetti “docenti idonei esclusi”, che denunciano l’assoluta mancanza di trasparenza nelle graduatorie, visto che anche se il bando prevedeva la pubblicazione di due graduatorie, quella dei vincitori e quella per merito, solo la prima è stata resa nota.
Come se non bastasse, trattandosi di liste per le quali non è previsto scorrimento, chi non ha ottenuto l’assegnazione della cattedra dovrà partecipare a un altro concorso, il PNRR2, e ripetere daccapo tutte le prove già sostenute. Nel frattempo, però, non essendo ancora terminate tutte le prove della precedente tornata concorsuale, si rischiano sovrapposizioni tra gli orali dei del PNRR1 e del PNRR2.
Oltre al danno, la beffa: in applicazione della legge n. 74 del 2023, nell’ultimo concorso PNRR1 è stata introdotta una riserva di posti pari al 15%, mentre nel prossimo PNRR2 la quota di “riservisti” sale al 30%. Sarebbe il caso che il Ministro Valditara, invece di elucubrare sul Latino alle scuole medie e sull'implementazione della storia italica nei programmi ministeriali, si decidesse ad occuparsi di un sistema che con il merito ha davvero poco da spartire.