Lo studio della lingua italiana come mezzo di integrazione: è questo l’obiettivo che si pone il corso di italiano del progetto SAI (Sistema Accoglienza e Integrazione) Biella e Valle Elvo, gestito dalla Cooperativa Tantintenti.
Obiettivo di SAI è offrire attività di accompagnamento sociale, lavorativo e sanitario per favorire l’autonomia dei beneficiari accolti, garantire interventi di accoglienza integrata. E il corso di lingua italiana rappresenta il primo step fondamentale, per fornire ai rifugiati le competenze linguistiche utili ad inserirsi nella comunità e nel mondo del lavoro.
L’insegnante Silvia Cadoni e gli studenti ci accolgono in quella che è diventata la loro aula presso uno spazio Arci che gli è stato messo a disposizione a Biella, con entusiasmo, orgogliosi di mostrarci i loro progressi nell’apprendimento della lingua. L’ambiente è rilassato e informale, e accoglie gli studenti suddivisi in classi, dove le lezioni sono organizzate in collaborazione con i volontari.
Di svariate provenienze, gli iscritti al progetto SAI hanno incredibili storie da raccontare: la dedizione allo studio è massima, così come il desiderio di riscatto. Il sogno che accumuna tutti gli intervistati è sempre lo stesso: imparare l’italiano e trovare un lavoro.
Parliamo di numeri:
Nel nostro paese il 10,3% dei lavoratori è straniero, secondo il rapporto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. La crisi demografica che colpisce il nostro paese è senza precedenti: secondo l’Istat, la popolazione è destinata a diminuire drasticamente ed entro il 2050 il rapporto tra persone in età lavorativa e non lavorativa passerà da 3:2 a 1:1, con un impatto significativo sul sistema di welfare. E di fronte a una natalità in costante calo – l’Italia è tra i dieci paesi con il tasso di nascite più basso al mondo – è importante impegnarsi per favorire l’inclusione sociale e ridurre le disuguaglianze.
La forza lavoro straniera: una risorsa
Questo scenario apocalittico però, non è inevitabile. Esistono molte misure che possono essere adottate per incrementare il capitale umano, e la migrazione di giovani volenterosi rappresenta una risorsa preziosa per contrastare questa crisi. Incentivare il lavoro regolare e garantire un sistema equo di accesso ai diritti civili e lavorativi favorirebbe un’integrazione positiva e ridurrebbe i fenomeni di criminalità e sfruttamento a cui è soggetta in maggior numero la componente straniera.
La sostenibilità del welfare infatti poggia anche sulle risorse fornite dalla forza lavoro straniera: nel settore sanitario, ad esempio, gli stranieri rappresentano solo l’1,8% tra gli over 65, che sono invece i principali beneficiari della spesa sanitaria; evitando la chiusura di scuole e la riduzione del personale in diversi settori pubblici, le risorse incidono positivamente anche sulla previdenza sociale italiana.
La migrazione, quindi, non è solo una realtà inevitabile, ma una potenziale risorsa per garantire la sostenibilità economica e sociale del paese. Attraverso politiche di integrazione mirate e di inclusione sociale, è possibile trasformare questo fenomeno in un’opportunità per tutti: l'insegnamento della lingua rimane il primo passo per creare una comunicazione efficace e abbattere i muri della diffidenza. Anche se è utile, che per una migliore integrazione nella società di queste persone, da parte loro ci sia un importante rispetto delle regole, talvolta molto diverse da quelle del loro paese di origine.