Il Museo Peppone e Don Camillo, a Brescello, è una meta stimolante per i biellesi appassionati delle avventure dei celebri personaggi della piccola cittadina della bassa reggiana. Inaugurato nel 1989 in presenza di Carlotta e Alberto, figli dell’ autore della serie letteraria Giovannino Guareschi, e con lo sforzo entusiasta del gruppo di volontari del Club della Talpa guidato da Erminio Bertoli, da poco venuto a mancare, nel desiderio di rianimare a dovere il paesello a vent’ anni dalla fine delle riprese cinematografiche, che avrebbero dovuto includere un film rimasto incompiuto per la morte dell’ attore protagonista, tiene vivo il ricordo dei film del parroco reazionario e del sindaco comunista impersonati da Fernandel e Gino Cervi e offre ai visitatori la possibilità di immergersi nell’ affascinante mondo creato da Guareschi con i fortunati racconti di «Mondo piccolo».
Secondo i biellesi che lo hanno visitato, soprattutto in occasione delle vacanze nella campagna emiliano romagnola o al mare, le visite guidate di questo ente culturale sono una bella occasione per rivivere le vicende dei due iconici personaggi, accompagnati da guide preparate e appassionate che raccontano notizie curiose legate alla realizzazione della serie cinematografica che ha fatto sognare intere generazioni di italiani, vedendo fotografie originali, manifesti, locandine e oggetti ad essa legati, e persino approfondendo la conoscenza dei personaggi e del loro contesto storico.
Visitato da persone provenienti da diverse regioni italiane, ma anche da Germania, Francia, Svizzera e Austria, il Museo garantisce un momento di cultura e diletto per tutta la famiglia, trascorrendo una giornata all’ insegna del ricordo degli anni d’ oro della commedia italiana. Come racconta una signora di Graglia, andata in visita alcuni anni fa con il marito ora defunto: «Meraviglioso, adatto a tutti, non solo agli appassionati di Don Camillo! La ragazza che guidava il giro turistico del paese e dei musei era molto brava, suo nonno fu pure comparsa in uno dei film. Peccato solo che non fosse in bianco e nero come le pellicole, però!».
Un residente di Pollone aggiunge: «Brescello è un paese molto bello, e il Museo è interessante. Sono stato in viaggio di nozze laggiù vent’ anni fa, e con mia moglie ci sono tornato di recente. Per il paese ci sono il carrarmato, la campana e la locomotiva visti nei film. In piazza ci sono le statue e in chiesa il Crocifisso: il paese stesso è un set a cielo aperto, aiuta a farsi una cultura e invoglia a informarsi su temi come la guerra fredda, la rivalità tra Chiesa e Comunismo, lo scrittore Guareschi e così via!».
Un’ abitante di Occhieppo Inferiore, maestra elementare da qualche anno in pensione, sorride vivamente: «Che nostalgia, che splendore! Il Museo è un vero gioiello per la cultura e la storia del cinema italiano, chi ama queste pellicole si tuffa nel mondo del grande cinema di una volta, che mostrava un mondo ormai passato. Con la visita ho rivissuto le emozioni dei film che mi accompagnano dalla gioventù.». Un archivista di Muzzano, con la passione per la storia e il giornalismo di guerra, ricorda: «Ero in zona per ricerche sul triangolo della morte, in Emilia, di cui Guareschi aveva parlato con tono di ferma condanna, quando mi soffermai a Brescello e trascorsi una giornata indimenticabile al Museo. E’ notevole vedere da vicino i luoghi e gli oggetti legati a queste grandi storie. Niente male davvero! Ha un valore artistico, storico e culturale non da poco, un vero viaggio nel passato che consiglio a tutti di fare almeno una volta.».
Le testimonianze dei biellesi che hanno visitato il Museo sono tutte entusiastiche e piene di apprezzamento, lodano gli sforzi di Brescello che, con la preservazione della memoria di Don Camillo e Peppone, per decenni punti di riferimento per molte persone in quanto veicoli di valori popolari e culturali, ricordano la grandezza di un tempo andato ma che continua a vivere nel cuore di chi ama la vecchia commedia italiana e, soprattutto, confermano cosa di buono si possa fare in Italia tutelando il proprio patrimonio locale, tra tradizione, letteratura e cinema.
I visitatori biellesi hanno peraltro stimato la capacità del Museo di offrire un’ esperienza interattiva che permette di sentirsi parte integrante delle storie raccontate. Come riferisce un signore di Viverone: «Ho visto da vicino gli oggetti originali impiegati nelle riprese dei film, e ammirato le ricostruzioni delle ambientazioni: ho provato emozione e curiosità, questo Museo è un luogo magico e imperdibile. Ho saputo che anni fa la direzione voleva il Crocifisso parlante dei film tra i cimeli, ma il parroco pretese che restasse nella chiesa parrocchiale: a Brescello, insomma, si bisticcia ancora oggi! Quando su Rete 4 ritrasmettono i film mi sento molto più partecipe di prima.».