COSTUME E SOCIETÀ - 23 febbraio 2025, 06:50

Turismo d’impresa: un’opportunità per il Biellese

I nostri stabilimenti vantano storie secolari e vale la pena raccontarli.

Turismo d’impresa: un’opportunità per il biellese.

Sono Giulia, una studentessa di 17 anni del liceo G&Q Sella. Durante questi anni di scuola ho riflettuto molto su ciò che avrei potuto fare dopo le superiori e dopo qualche anno sono arrivata ad una conclusione: mi sono appassionata alla comunicazione d’impresa ed è ciò che vorrei studiare. Proprio grazie a questa mia propensione e passione verso le imprese e il territorio, ho iniziato a domandarmi se il nostro territorio stia offrendo le giuste opportunità turistiche, basandomi soprattutto su ciò che è il biellese, e sono arrivata alla conclusione che le aziende presenti dovrebbero essere valorizzate maggiormente. Inoltre, per me, il turismo di impresa è un valore che ogni città dovrebbe offrire: è necessario. Conoscere e far conoscere la storia e il progresso del proprio territorio è fondamentale per far conoscere anche noi stessi in quanto cittadini, in quanto persone.

Il biellese è una zona dell’Italia largamente conosciuta per il suo tessuto industriale, che si sviluppò a partire dall’Ottocento, quando Massimo Sella spostò il lanificio di Mosso a Chiavazza. In realtà, probabilmente già a metà del Duecento, sono stati inseriti negli statuti di Biella il collegio dei lanaioli e quello dei tessitori.

Il Biellese, oggi, presenta una grande varietà di imprese, tra queste il Lanificio Ermenegildo Zegna, la Filatura di Tollegno, il Lanificio fratelli Cerruti e la Fila. Tutti questi stabilimenti hanno molti anni di storia alle loro spalle che potrebbero essere raccontati, ed è per questo che le aziende sarebbero un’ottima rampa di lancio per il turismo industriale. Per esempio, la Filatura di Tollegno nacque nel 1900 e ad oggi vanta una rinomata lavorazione tessile, ormai diffusa in tutto il mondo (tra i vari paesi ci sono New York, Hong Kong, Shangai e Osaka). Se questo stabilimento aprisse le sue porte al pubblico, sono certa che attrarrebbe un gran numero di turisti, soprattutto dall’estero, che vorrebbero vedere come vengono prodotti dei tessuti così pregiati. Inoltre, all’interno dell’azienda, potrebbero immergersi nella storia del Lanificio attraverso la visita dell’archivio storico, da loro definito come uno dei più grandi in Europa. Inoltre, anche la struttura in sé è un vero e proprio gioiello d’archeologia industriale.

Anche il Lanificio Ermenegildo Zegna, situato a Trivero e fondato nel 1910, è un esempio di come un’industria importante potrebbe divenire meta per turismo d’impresa. Questo lanificio è uno dei più storici e importanti della zona, poiché questo progetto viene portato avanti da ben quattro generazioni. La filiera Zegna è molto vasta e nel tempo ha acquisito diversi stabilimenti storici italiani. Nello stabilimento del Cappellificio Cervo, vi sono ancora alcuni macchinari risalenti al 1800 che sono ancora in uso e potrebbe essere dunque per questo interessante visitarlo, proprio per vedere l’evoluzione dei macchinari nel tempo. Inoltre, a fare da cornice al Lanificio Ermenegildo Segna vi sono alcune opere d’arte che riprendono alcuni temi cari al territorio e che fanno parte dell’installazione “ALL’APERTO”, la quale dal 2008 coinvolge numerosi artisti di fama internazionale. Questa installazione potrebbe portare nel biellese molti appassionati d’arte, che sfrutterebbero il momento per visitare anche il lanificio. Si potrebbero poi realizzare alcuni itinerari che consentirebbero di visitare gli stabilimenti tra loro più vicini per comprendere appieno la storia dell’intera filiera, offrendo una panoramica del contesto economico e culturale completo.

Anche il birrificio Menabrea, fondato nel 1846, che concilia storia, impresa e sapori.

Per rendere possibili le visite alle strutture, bisognerebbe organizzare visite guidate, potenziare i mezzi di trasporto verso queste destinazioni e aprire al pubblico fabbriche e archivi. Le visite guidate potrebbero essere condotte dai ragazzi delle scuole, così che possano fare esperienza e introdursi nel tessuto socio-culturale del territorio. Spazi come il birrificio potrebbero essere adibiti a degustazioni.

Le risorse biellesi sono infinite e renderle visitabili gioverebbe enormemente: sfruttando il potenziale aziendale si potrebbe attirare un maggior numero di turisti rispetto a quello attuale, incrementando il marketing e le ricadute su tutto il Biellese.

Giulia Prete, 4D del Liceo G. & Q. Sella