Benessere e Salute - 04 marzo 2025, 19:00

Giornata Internazionale contro l’HPV: Papilloma virus, prevenire si può

Lo screening e la vaccinazione sono due strumenti utili a prevenire l’infezione da HPV, una patologia molto diffusa che può evolvere in tumore.

Giornata Internazionale contro l’HPV: Papilloma virus, prevenire si può

Il 4 marzo ricorre la Giornata Internazionale contro l’HPV, un'importante iniziativa globale nata per sensibilizzare la popolazione sull’infezione da Papillomavirus Umano (HPV), sui rischi correlati e sulle strategie di prevenzione più efficaci. Attualmente è possibile prevenire l’infezione da HPV attraverso lo screening e la vaccinazione.

In Piemonte la campagna vaccinale offre attivamente e gratuitamente la vaccinazione a: tutte le donne nate dal 1993 in poi; tutti gli uomini nati a partire dal 2006; l’ASL BI invia una lettera di invito alla vaccinazione ai ragazzi e alle ragazze tra gli 11 e i 12 anni; chi non rientra in questa fascia di età può richiedere la somministrazione del vaccino inviando una mail all’indirizzo vaccinazioni@aslbi.piemonte.it

Nel 2024 l’ASL BI ha spedito circa 3.300 lettere di invito ai ragazzi e ragazze di 11/12 anni e si sono presentati per l’effettuazione della prima dose di vaccino 1.784 minori. L’infezione da papilloma virus umano è una patologia a trasmissione sessuale molto diffusa che coinvolge il 40% della popolazione mondiale di entrambi i sessi. È stato stimato che almeno il 70-75% della popolazione (donne e uomini) contragga l’HPV almeno una volta nella vita, anche se nella maggior parte dei casi l’infezione è transitoria. Se ne conoscono oltre 130 sierotipi in grado di infettare l’uomo, la maggior parte di questi causa lesioni come le verruche comuni, spesso localizzate a livello di mani e piedi. Circa 40 tipi però possono infettare le mucose in particolare ano-genitali e oro-faringee, causando verruche veneree note come condilomi acuminati o creste di gallo la cui evoluzione non è sempre benigna.

Per questo motivo i sierotipi che infettano le mucose vengono classificati:

• a basso rischio” (detti anche “a basso potenziale oncogeno”, sierotipo 6 e 11) responsabili di lesioni genitali benigne a basso rischio di trasformazione maligna, responsabili del 90% delle verruche veneree; 

• ad alto rischio (oncogeni, sierotipo 16 18 45, 31, 33, 52, 58 e 35) che sono fortemente associati a trasformazioni cellulari precancerose (chiamate displasie) responsabili del 70% dei tumori della cervice uterina oltre che dei tumori della regione ano-genitale (vulva, vagina e pene). 

Il carcinoma del collo dell’utero è la lesione più temibile tra quelle associate all’infezione da HPV per gravità e frequenza. Esso infatti è il secondo tumore più frequente nel sesso femminile con circa 500.000 nuovi casi all’anno e 250.000 decessi nel mondo. In Italia nel 2020 sono stati stimati 2.500 nuovi casi l’anno con 1.000 decessi. Il carcinoma del collo dell’utero è il primo tumore riconosciuto dall’OMS come totalmente riconducibile ad un’infezione.

La prevenzione si può attuare attraverso:

• lo screening, utilizzando il Pap-test (per le donne tra i 25 e i 29 anni, ogni 3 anni) o tramite il HPV-DNA (per le donne tra i 30 e i 64 anni, ogni 5 anni), che consente di riconoscere precocemente e di trattare le atipie cellulari che precedono il cancro del collo dell’utero

• la vaccinazione, che prevede l’impiego di un vaccino nove valente che raggiunge il massimo della sua efficacia se somministrato prima dell’inizio dell’attività sessuale.

La campagna vaccinale prevede due dosi a distanza di 6 mesi; somministrate per via intramuscolare nel deltoide del braccio. Gli effetti collaterali più comuni post vaccinazione sono rappresentati da dolore e arrossamento in sede di inoculo, cefalea e febbre.

c. s. ASL Biella g. c.