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| 11 marzo 2025, 07:00

Alzheimer: quali sintomi iniziali monitorare

Conoscere e individuare i sintomi iniziali dell’Alzheimer è forse tra le azioni più utili attualmente a disposizione per iniziare in modo tempestivo il suo trattamento.

Alzheimer: quali sintomi iniziali monitorare

Conoscere e individuare i sintomi iniziali dell’Alzheimer è forse tra le azioni più utili attualmente a disposizione per iniziare in modo tempestivo il suo trattamento. Contrariamente a quanto si può pensare, l’Alzheimer non è ereditario se non in rari casi e attualmente non è guaribile. Ma può essere gestito, per far sì che il paziente abbia una vita la più possibile autonoma e consapevole.

Alzheimer, una malattia subdola

La malattia di Alzheimer lentamente cancella i ricordi, le abitudini, persino l’identità di chi ne soffre. Non è un normale segno dell’invecchiamento, ma una patologia neurodegenerativa, che quindi colpisce i neuroni, e interessa un milione di persone solo in Italia.

All’inizio può sembrare solo una distrazione: un nome dimenticato, un oggetto smarrito, una frase ripetuta più volte. Ma con il tempo questi segnali diventano più evidenti: la persona fatica a riconoscere i volti familiari, si perde in luoghi conosciuti e non riesce più a gestire la quotidianità.

Ad oggi non esiste una cura definitiva. Per dirla in poche ma chiare parole, quando si tratta di Alzheimer, accorgersene è importante. La diagnosi precoce e un trattamento pensato su misura possono rallentarne il decorso e migliorare la qualità della vita. Affrontare l’Alzheimer significa dare sostegno non solo a chi ne soffre, ma anche ai familiari, perché questa malattia non colpisce solo il malato, ma chiunque gli stia accanto.

Qual è il campanello d’allarme per l’Alzheimer?

Riconoscere i primi segni dell’Alzheimer è fondamentale per intervenire il prima possibile. I campanelli d’allarme spesso sembrano semplici distrazioni, ma col tempo diventano più evidenti e frequenti.

Uno dei primi segnali è la perdita di memoria, soprattutto quella a breve termine: la persona dimentica fatti recenti, ripete più volte la stessa domanda o smarrisce oggetti di uso quotidiano in posti insoliti. Anche il linguaggio può diventare incerto: si fatica a trovare le parole giuste o a seguire una conversazione. Un altro sintomo di cui tenere conto è la difficoltà nell’orientarsi. Chi soffre di Alzheimer può perdersi anche in luoghi familiari e ben conosciuti. Inizia a non ricordare come tornare a casa e non è in grado di fornire informazioni sul tempo, dimentica date e stagioni.

Con l’andare avanti della malattia, ecco apparire anche cambiamenti nel comportamento: sbalzi d’umore, ansia, irritabilità e persino sospettosità nei confronti di familiari e amici. Anche compiti semplici, come gestire il denaro o cucinare, diventano difficili.

Se questi segnali compaiono con frequenza e interferiscono con la vita quotidiana, è importante consultare un medico. Una diagnosi precoce permette di rallentare il declino e offrire alla persona malata il miglior supporto possibile.

In quanto tempo degenera?

L’Alzheimer è una malattia che avanza lentamente e in modo inesorabile. Il suo decorso si sviluppa in media tra gli 8 e i 12 anni. Ma i tempi possono variare a seconda del paziente.

Le cause scatenanti di questa malattia, poi, non sono del tutto chiare. Per certo, si sa solo che l’accumulo in forma di placche di una proteina, chiamata proteina beta-amiloide, nel cervello gioca un ruolo importante per lo sviluppo di questa malattia.

Ma altri fattori sono da tenere in considerazione, come ad esempio l’età della persona, la sua alimentazione, lo stile di vita. Poco si conosce dell’Alzheimer, purtroppo, e per questa ragione agire per tempo può aiutare in una gestione più efficace del decorso.

Cosa fare per gestire al meglio l’Alzheimer?

Gestire l’Alzheimer significa rallentarne il decorso e migliorare la qualità della vita del malato, e di chi gli sta accanto. Non esiste una cura definitiva ma alcune strategie possono fare la differenza.

Ricordiamolo ancora una volta: una diagnosi precoce permette di intervenire subito con farmaci specifici che possono rallentare il declino cognitivo. Anche la stimolazione mentale è fondamentale: leggere, svolgere giochi di memoria, ascoltare musica o fare attività creative aiuta a mantenere il cervello attivo più a lungo.

L’ambiente in cui vive la persona con Alzheimer deve essere sicuro e familiare, pertanto bisogna eliminare ostacoli in casa, vanno usate luci adeguate e bisogna sforzarsi per costruire e mantenere una routine stabile, in grado di ridurre l’ansia e la confusione. Una dieta equilibrata, esercizio fisico moderato e il controllo di malattie come diabete e ipertensione possono migliorare il benessere generale e rallentare ulteriormente il declino.

Anche chi si prende cura del malato ha bisogno di sostegno: gruppi di aiuto, associazioni e il sostegno di amici e familiari sono fondamentali per affrontare questa sfida con maggiore serenità.

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