AL DIRETTORE - 12 marzo 2025, 06:50

Anna Miglietta, il ricordo degli atleti della Ginnastica La Marmora: “La vera immensità stava nel suo cuore”

Questo il discorso degli allievi in memoria della ginnasta e insegnante biellese, letto durante le esequie funebri.

In foto, Anna Miglietta

Riceviamo e pubblichiamo:

“Immaginiamo che se oggi siete qui è perché anche la vostra esistenza è stata toccata da quella di una donna dagli occhi azzurri come il mare e dai capelli biondi come la luce che portava nelle nostre vite. Forse avete letto sui giornali che è stata una grande campionessa, che ha condotto la squadra nazionale ad uno storico oro mondiale in qualità di allenatrice e che in quel contesto ha incontrato Franco, il suo Franco, quando lui si presentò ai provini per diventare il pianista della squadra in un’epoca in cui non esistevano né stereo né dischi.

La vera immensità di Anna, però, stava nel suo cuore; per lei, infatti, non era affatto difficile provare empatia per noi atlete e atleti quando, dopo qualche notte insonne pur di non saltare allenamento, ci sedevamo con lei nel suo ufficio a sfogarci di un’adolescenza che, all’epoca, ci sembrava piena di rinunce; mentre oggi, a ricordarla, ci sembra costellata d’affetto – del suo e di quello dei nostri allenatori. Per lei non era difficile comprenderci – dicevo – perché lei per prima per riuscire a diplomarsi al Liceo Classico allenandosi tutte le sere alla palestra di Chiavazza, era abituata a quello stesso senso di sacrificio. Forse era per questo che chiudeva un occhio quando si accorgeva che le rubavamo i cioccolatini e le caramelline di cui era ghiotta dall’armadio.

È probabile che tutti noi, che siamo qui oggi, abbiamo visto la nostra vita intrecciarsi con quella di Anna, fino ad arrivare a sentirla più prossima di tanti parenti, parte integrante delle nostre famiglie e noi parte della sua. Infatti, capitava spesso che, nel corridoio che conduce agli spogliatoi, ci fermassimo ad ascoltare i suoi aneddoti di vita e, sentendola parlare dei suoi genitori nei suoi primi anni in Africa, dei suoi fratelli o di sua nipote omonima, ci sembrava che Anna fosse impermeabile al passare del tempo. Pare assurdo realizzare che avesse più di 50 o 60 anni, perché fino a poco tempo fa faceva le capovolte, non solo tra le cose dell’esistenza. Immaginate la pace di varcare la soglia ed essere sicuri di trovare sempre uno sguardo tanto saggio quanto sorridente ad accogliervi e ad accettarvi per chiunque voi foste.

Immaginate di avere ogni singolo giorno davanti a voi qualcuno che vi spinge a tirare fuori il meglio, che amava così tanto uno sport che avrebbe dedicato la sua intera vita a esso e a far germogliare e ardere quella stessa passione nei cuori delle giovani generazioni. Per Anna la ginnastica era una rappresentazione della vita intera: una vita in cui è necessario prendere dei rischi – proprio come quelli degli attrezzi che si lanciano in aria –, per la quale si fanno i salti mortali – a volte anche in senso letterale –, una vita in cui occorre saper stare in equilibrio, in cui non tutte le esecuzioni possono essere perfette, ma per ogni volta che ci cade un attrezzo o che si cade da un attrezzo, è importante rialzarsi e riprovare, riprovare e riprovare, perché i veri campioni si vedono nell’atteggiamento.

Per Anna la ginnastica era questo, e Anna era così: un’eterna speranzosa. E non ha mai smesso di sperare nemmeno di fronte alla malattia del suo amato Franco e di lottare per la nostra palestra. Persino quando si trovava in ospedale, lo scorso anno, chiese di farsi portare il computer per poter lavorare, facendoci poi un report settimanale di ciò che aveva concluso. E non appena uscita dalla stanza numero 9 ci mandò un messaggio dicendo: “Sto meglio, da domani torno in palestra”. Se dovessimo quindi scegliere un momento che rappresenti la sua essenza, probabilmente sarebbe il giorno in cui ci ha presentato il progetto del Palaginnastica La Marmora, perché tu, cara Anna, hai sempre mantenuto il fuoco della speranza acceso, l’hai sempre nutrito e così facendo non hai costruito solo una palestra, ma una casa. Una casa in cui noi giovani atlete e atleti potessimo non solo allenarci, ma crescere insieme, un porto sicuro che ci avrebbe protetti da qualunque intemperia che imperava nel resto delle nostre vite, terra ferma quando eravamo in balia delle onde; tutto grazie alla lungimiranza di chi quella casa l’ha costruita dalle fondamenta, specialmente quelle emotive.

Non è un caso se Anna è presente in tutti i nostri ringraziamenti di laurea e a tutti i nostri matrimoni, perché per quanto lontano la vita possa portarci, lei resta sempre casa nostra. In virtù di quella palestra Anna ci ha insegnato cosa vuol dire sognare, anche controvento, ma sempre a cuore aperto, aperto alla vita, alle persone incontrate nel cammino e a tutti coloro che ne avessero bisogno, per i quali Anna non ha mai saputo non prodigarsi, dando sempre più di quanto avesse. Ti siamo grati Anna, per essere stata per noi un esempio costante di bontà, amore, dedizione, fiducia e, più semplicemente, di vita. È un privilegio aver visto tutte le sfumature del tuo cuore e cercheremo di onorarlo sempre, nel rispetto dei valori di fratellanza e fedeltà che ci hai trasmesso. Ci piace immaginarti in Egitto ad osservare la barriera corallina, luogo che tanto amavi, con il tuo amato Franco e la vostra amata Jolie, a goderti una giornata di sole senza che noi ti obblighiamo a bere acqua che, accidenti, proprio lo detestavi. Ci piace immaginare i tuoi profondi occhi azzurri che proprio non riuscivano a nascondere alcuna emozione e, anzi, mostravano quanto fossi caparbia e amorevole allo stesso tempo.

Ci consola l’idea che, nella speranza che un Paradiso esista, tu possa essere lì con Franco e, finalmente, riposiate. Non ti preoccupare, il tuo amato Davide, per il quale hai sempre speso parole d’amore profondo, non sarà solo. Ti vogliamo bene e ci mancherai sempre. Citando Anna, “Per salutare la squadra: attenti, la squadra può cominciare il suo lavoro”, a noi, che saremo sempre la tua squadra e tu la nostra capitana, resterà la gioia di raccogliere per tutta la nostra vita i frutti di ciò che hai seminato.

Grazie Anna".

Virginia, a nome di tutti gli atleti della Società Ginnastica La Marmora