Oggi, sabato 22 marzo, si celebra la Giornata Mondiale dell'Acqua, appuntamento promosso dalle Nazioni Unite per accendere i riflettori su una delle risorse più preziose del nostro pianeta. Un'occasione per ricordare perché la Terra è definita il “Pianeta Azzurro”, e per riflettere sull'importanza vitale dell'acqua, tanto per la natura quanto per le comunità umane.
Il tema del 2025 è “La conservazione dei ghiacciai”, riserve d'acqua solida fondamentali per la regolazione del ciclo idrologico, per gli equilibri ecosistemici montani e come indicatori sensibili del cambiamento climatico in atto. Un argomento particolarmente vicino al cuore dei territori montani del Piemonte, e che segue a ruota la Giornata Internazionale dei Ghiacciai, celebrata nei giorni scorsi.
Come indicato da Arpa Piemonte, l’ultimo rapporto IPCC non lascia spazio alle interpretazioni: ghiacciai, permafrost e coperture nevose sono in continuo declino. Le previsioni parlano chiaro: entro il 2100 potremmo perdere fino all'80% della massa dei piccoli ghiacciai europei, con conseguenze pesantissime sulla disponibilità idrica, sulla biodiversità e sulla frequenza delle calamità naturali.
Ma non è solo la massa glaciale a preoccupare. Anche la neve al suolo – quella che si scioglie e alimenta i fiumi in primavera – è una riserva cruciale di acqua dolce. In questo inizio di primavera 2025, i dati del Piemonte parlano di uno SWE (Snow Water Equivalent) superiore del 10% rispetto alla media stagionale, posizionandosi a metà strada tra i livelli eccezionali del 2024 e quelli estremamente critici del 2022. Nel bacino del Po, ad esempio, il volume totale di acqua sotto forma di neve resta per ora rassicurante, ma le oscillazioni annuali rendono evidente la fragilità del sistema.
Altro fronte è quello biologico: le comunità viventi nei corsi d'acqua e nei laghi rappresentano un segnale tangibile dello stato ecologico dei corpi idrici. Questi dati saranno essenziali per l'attuazione del recente Regolamento UE 2024/1991 sul ripristino della natura, che tra i suoi ambiziosi obiettivi includono il ripristino di almeno 25.000 chilometri di fiumi a scorrimento libero entro il 2030, rimuovendo barriere artificiali e ripristinando la funzionalità delle pianure alluvionali.