Il Comune di Biella dal 1° gennaio del 2027 sarà fuori dal consorzio Iris. A dare il via libera alla volontà espressa nelle settimane scorse dalla giunta Olivero è stato il consiglio comunale nel pomeriggio di oggi martedì 26 marzo, con 20 voti a favore e 7 contrari. A votare no sono stati PD, Biella C'é, Movimento 5 Stelle, Buongiorno Biella e Costruiamo Biella.
"La nostra volontà oggi è quella di voler a tutti i costi riuscire a gestire e dare ai nostri cittadini un servizio ottimale". Queste le parole dell'assessore alle Politiche Sociali Isabella Scaramuzzi nella sua relazione dettagliata a inizio della seduta, nella quale ha sottolineato i costi dell'operazione, e soprattutto i vantaggi che porterà alla città.
"C'è un anno e mezzo di tempo per iniziare a camminare da soli - ha continuato l'assessore - , 21 mesi per la riorganizzazione. Saremo fuori dal consorzio il 1° gennaio del 2027. Abbiamo tutto il tempo per riorganizzarci a livello economico, a livello di personale, ma soprattutto di poter dare ai nostri cittadini i servizi che si meritano, e io credo che le cifre che vi ho presentato siano più che sufficienti per riuscire ad arrivare a questa nostra idea".
"Dovremo fare un'analisi approfondita di quelle che sono le ore sia di educativa che di assistenza domiciliare dei nostri utenti, sui cittadini nostri di Biella, per valutare quello che sarà l'impiego di personale, ma ricordiamoci comunque che per questi interventi solo 40% è a carico del Comune", ha proseguito l'assessore.
Durante la discussione sono stati bocciati diversi emendamenti proposti dalla minoranza, Pd, Biella c'è, Movimento 5 Stelle e Buongiorno Biella e Costruiamo Biella. A non convincere l'opposizione sono in particolare la riorganizzazione per quanto riguarda il personale, la continuità di quelli che gli stessi hanno chiamato "fiori all'occhiello" di Iris, servizi come lo Spaff e i tempi. A questo proposito è stata bocciato l'emendamento di Buongiorno Biella e Costruiamo Biella: "Il problema non siamo tanto noi, i nostri uffici saranno pronti, penso però che per Iris non sia semplice. In questo modo, sembra quasi un atto di ritorsione politica nei confronti di alcuni comuni importanti del Consorzio. Non mi riferisco alla scelta, ma al metodo in cui ci stiamo muovendo. Restare un anno in più sarebbe un atto di forza", sostiene Andrea Foglio Bonda.
Ai consiglieri non convinti che Iris sia in grado di sostenere questa operazione questa la risposta dell'assessore Scaramuzzi: "Rispetto ai trasferimenti dei Comuni, il Consorzio IRIS si sostiene principalmente con le quote di tutti gli altri Comuni consorziati. La quota di Biella trasferita al Consorzio può ritenersi residuale e comunque diretta a sostenere le prestazioni per il bacino dei cittadini biellesi. Infatti, la quota trasferita dal Comune di Biella al Consorzio IRIS è andata diminuendo e dal rinnovo della Convenzione nel 2024 è stata determinata in 16 € pro capite4 contro i 40 € pro capite trasferiti al Consorzio dagli altri Comuni. La quota trasferita dal Comune di Biella incide il 20% circa sul totale delle quote comunali, è inferiore a quella degli altri Comuni perché la delega delle funzioni è sempre stata parziale ed è diminuita dal primo novembre 2023 perché la funzione precedentemente delegata al consorzio IRIS riferita alla marginalità estrema è rientrata in gestione diretta del Comune di Biella", ha spiegato l'assessore.
"Noi ci troveremo a muoverci con le nostre gambe - ha dichiarato il sindaco Marzio Olivero -. Abbiamo necessità di partire subito per finire il nostro mandato e poter dire con serenità che Biella è in grado di farlo serenamente. In diverse occasioni noi non eravamo nemmeno invitati ai tavoli. E' una scommessa, certo, ma noi siamo convinti che i risultati verranno. Non è un atto nostro che vuole sminuire Biella o mortificare i consorzi, vuole dimostrare che come capoluogo Biella è in grado di fare da sé. L'anno e mezzo che ci separa dall'effettiva uscita, è un anno e mezzo nel quale gli altri comuni possono organizzarsi. Anche a loro può essere utile. Noi ci siamo confrontati con Iris addirittura quando non ne avevamo ancora parlato in capigruppo. Forse potrebbe essere uno stimolo per portare alla fusione dei due consorzi Iris e Cissabo".